Musica

Sanremo 2015, le pagelle della prima serata: bocciati Nek e Grignani. Si salvano in pochi

I voti alla prima serata li danno Silvia Truzzi, Domenico Naso e Michele Monina

di F. Q.

PAGELLE

Domenico Naso

Carlo Conti
Non si può nemmeno giudicare. Perché fa il suo lavoro, come sempre, senza sbavature. Nessun picco, nessuna caduta. Un impiegato del catasto.

Emma Marrone e Arisa voto 6,5
Anche loro portano a casa la serata senza nessun errore. Ma non sarebbe male se ogni tanto andassero fuori dal copione.
Dopo aver cantato con Arisa Il carrozzone di Renato Zero per ricordare i tanti cantanti che hanno fatto la storia del Festival e non ci sono più, Emma si commuove, dimostrando come le emozioni migliori non sono scritte dagli autori. Brava.

Rocio Muñoz Morales NC
Un ectoplasma.

Chiara voto 6-
Non riesce a spiccare il volo. A Xfactor aveva fatto godere tutti, poi è stato un lunghissimo coito interrotto sul più bello. Spiace, anche perché la ragazza ha talento. Mancano le belle canzoni. E questo non è solo colpa sua.

Grignani 4
Un ritorno atteso tanti anni (da lui) che noi invece avremmo rimandato volentieri. Parlando del suo pezzo scomoda persino Bob Dylan e De Andrè, passando nientemeno per Papa Francesco. E invece è la solita, trascurabilissima grignanata.

Alex Britti 5
Un altro talento che ha preferito ripetere se stesso ad libitum piuttosto che tentare nuove strade. Senza infamia e senza lode, con un brano che sembra dover aprirsi da un momento all’altro e invece resta piatto dall’inizio alla fine.

Malika 8
Giganteggia su tutti gli altri, per distacco incolmabile. Elegante, solita voce suadente, in passato ha cantato canzoni più belle di quella di quest’anno, ma ogni sua esibizione è una regalo per chi ama la musica. È una fuoriclasse, un’eccezione in un mondo di mediocrità.

Dear Jack 4
Sono arrivati all’Ariston sospinti dal successo nato ad Amici di Maria De Filippi e da orde di teenager impazzite. Hanno energia da vendere, va ammesso. Ma musicalmente si vola bassissimo: una brutta copia dei Modà (il ché è tutto dire). La canzone è paracula, fatta per il loro pubblico, e avrà successo. Ma non cambia il succo del discorso: poca roba.

Fabian 3
La presenza più incomprensibile di questo Sanremo. Canzone noiosa, vecchia persino per il Festival confidenziale di Carlo Conti. Possibile che tra le centinaia di canzoni arrivate alle selezioni non ci fosse nulla di meglio?

Nek 3
Con un pezzo dalle paraculissime sonorità dance (non scomodiamo Avicii perché sarebbe una bestemmia, ma il tentativo è quello), Nek torna a Sanremo sperando di rilanciare una carriera da troppo tempo sgonfia. Riesce solo, però, a ridefinire il concetto di tamarro.

Grazia Di Michele & Mauro Coruzzi 6
Musicalmente il pezzo non è niente di speciale. Anzi, è bruttino. Ma ha un testo importante, profondo senza essere banale. E nel deserto di questa edizione è una benedizione del cielo.

Annalisa 5
La carriera di Annalisa fa rabbia: bellissima voce, eleganza naturale, ma canzoni sempre sbagliate. Sempre, senza eccezione alcuna. È un peccato, perché potrebbe fare molto. Ma il tempo trascorre inesorabile.

Nesli 6,5
Sta cercando di reinventarsi e lo fa con genuina passione. Non è più un rapper, e la strada imboccata sembra voler puntare all’esempio di Jovanotti. La canzone è carina, e spicca soprattutto per inferiorità altrui.

Michele Monina

Chiara Galiazzo 5
Per il vestito giallo Stabilo Boss meriterebbe pene corporali da eseguire in pubblica piazza, ma lì è più colpa del sadismo dei suoi stylist, si suppone. La canzone è la solita roba alla Chiara, che promette e non mantiene, e che ti fa dire, ma forse non era meglio se continuava a fare la pubblicità della Tim?

Alex Britti voto 4
Alex Britti suona bene la chitarra, dicono. Alex Britti è romano, è simpatico, dicono. Ma a parte quando ha fatto quelle due filastrocche e il brano che ha vinto Sanremo, una vita fa, non ha più beccato una canzone manco per sbaglio. Stavolta prova la carta del. Mica ho capito che strada prova. La canzone però è brutta.

Gianluca Grignani NC
Dicono che la canzone di Grignani sia bella, che abbia una bella melodia, un bel testo. Però lui non è riuscita a cantarla, completamente senza voce. Ma non per afonia, proprio perché non ci arrivava. Silenzio. Tipo John Cage.

Malika Ayane 6
Malika l’ho scoperta io, quindi potrei essere di parte. Però la conosco, quindi il voto non è di parte, perché non è basso come gli altri. La canzone potrebbe esserci, se solo azzeccasse più spesso le note. Solita solfa raffinata, ma in mezzo a questo deserto non sarebbe male. Ripeto, un po’ di intonazione in più, un autotune, un playback. E poi uno stilista, santo Dio.

Lara Fabian 2
Pensavamo che a gettarci corpo e anima negli anni Ottanta, ma in quelli brutti brutti, dovessero pensarci Al Bano e Romina, invece ci ha pensato la popstar che nessuno conosce, Lara Fabian. Una canzone, una chitarra, che da sola meriterebbe millenni di Limbo. Una canzone brutta come difficilmente ci si potrebbe aspettare, con una voce che sarà anche limpida e acuta, ma non pensavamo di meritarci, che già c’è la crisi.

Nek 5.5
Allora, intendiamoci, la canzone fa abbastanza cagare, ma sarà un successo nelle radio tanto sbandierate da Carlo Conti. Un brano orecchiabile, che però tradisce una verità difficile da digerire, nessuno ha comunicato a Nek che siamo nel 2015 e non nel 1995. Del resto, lui, Grignani, la Grandi, Masini e compagnia bella stan lì per quello, per nostalgia.

Dear Jack 5
Canzone decisamente sotto le aspettative. Loro, non mie. Nel mio mondo immaginario i Dear Jack non esistono, che almeno nel mio mondo immaginario c’è solo il bello. Il testo fa rimpiangere Kekko dei Modà, e non è una battuta. Canzone che può vincere, e sbancare in radio e ai botteghini, tanto poi moriamo tutti.

Grazia Di Michele, Mauro Coruzzi 6
Canzone impegnata, e impegnativa. Coruzzi, alias Platinette, qui in versione Coruzzi, la interpreta bene, nonostante non abbia esattamente la voce da cantante. Del resto la Di Michele non ha proprio la voce, e non limitandosi a scrivere decide di affossare quella che poteva essere la migliore della prima serata.

Annalisa 6
Intendiamoci, la canzone che le ha scritto Kekko dei Modà non la augurerei neanche a un nemico, ma Annalisa ha una voce che riconcilia con la musica, specie in questo Sanremo qui. Lei meriterebbe altro, note scritte per lei da qualcuno capace di non citare a sproposito la pioggia, le finestre e il cielo di stelle. Fossati, per dire, o Ruggeri. Una voce importante messa al servizio del poco o niente. Speriamo nel futuro.

Nesli 7
Il brano non mi fa impazzire, non il migliore del suo album, e neanche l’interpretazione, tecnicamente sotto le sue capacità, ma Nesli ha gettato il cuore oltre l’ostacolo, regalando una delle poche emozioni della serata. Poi io sono campanilista, e Nesli è mio compaesano, quindi è 7 e basta.

Carlo Conti 3
Da uno che fa più prime serate di chiunque altro mi sarei aspettato uno spettacolo scorrevole, non dico bello, ma decente, invece un mortorio, vero. Roba da darsi al crack. O alla Coca Cola con l’Oki. Poco ritmo, poca sostanza. Morte nera.

Arisa e Emma 8
Legnose come ci si può aspettare da due cantanti che si improvvisano vallette, le due ragazze hanno dato vita alla sola gara della serata, motivo che giustifica il voto alto. Fosse per come hanno calcato il palco, per come hanno parlato, per quello che hanno detto, per la verve, tanto se portavano a casa un 2. Invece la sfida a colpi di tette delle due artiste è stato il solo motivo di interesse della serata, con Arisa che si presenta senza reggiseno sferrando un primo colpo, basso è il caso di dire vista la quinta carenata, a cui risponde Emma sferrando un colpo da knock out. Speriamo domani si sfidino a colpi di culo. Rocio, invece, non pervenuta

Silvia Truzzi

Carlo Conti

Cosa ci aspettavamo? Esattamente quello che ha fatto, senza intoppi, senza inciampi. Ma anche senza sorprese, senza picchi, senza guizzi. Se non fosse anche il direttore artistico, gli daremmo 5. Ma siccome questa baracca è responsabilità sua, più di 3 non si può.

Emma Marrone e Arisa
Devono citare per danni i loro stilisti  Inquadrabili. Come vallette se la cavano meglio che nell’esibizione canora, dove soprattutto Arisa ha cantato davvero male. La collega invece ha pianto, anche nella conferenza stampa della mattina di mercoledì. Su su, don’t cry Emma. 4/5

Rocio Muñoz Morales
Inspiegabilmente non è telegenica, nel senso che è molto meglio dal vivo. Ma è insperabilmente spigliata e sveglia. 5/6

Chiara
La voce c’è. Tutto il resto no (la canzone e la presenza scenica). Ma bisogna pur sempre tener presente il resto attorno. 5/6

Gianluca Grignani
Destinazione Sanremo decisamente non paradisiaca. Il silenzio è d’oro, a volte. 4

Alex Britti
La canzone non parte, non sale, non c’è. E’ un talk. Ma è più gradevole di molte altre. 6-

Malika
Voce e classe. Insomma non c’è paragone con il resto. Vero che lei fa sempre la stessa canzone, però nel contesto svetta. 7

Dear Jack
Piacciono ai ragazzini, fanno una gran scena sul palco. Non c’è tanto altro da dire. 4

Fabian
Ma che ci è venuta a fare a Sanremo? nc

Nek
Laura è lontana, la canzone paraculissima sarà un grande hit nelle radio. E si piazzerà bene anche al Festival. 5

Grazia Di Michele & Mauro Coruzzi
La canzone è elegantissima, il duetto ancora non è perfettamente sintonico. Però c’è un testo, bello, elegante e coraggioso: rara avis nel circo Barnum dell’Ariston. 7

Annalisa
Canzone inutilissima, la solita robaccia costruita per Sanremo. Non per niente il brano è uno dei tre scritti da Kekko dei Modà.  4

Nesli
Una ballata rock d’argomento amoroso, inutile conversione di un rapper. 4

Alessandro Siani
Il monologo non faceva ridere, la battuta sul ragazzino infelice, da avanspettacolo. 3

Al Bano e Romina.
Loro si odiano, non riescono nemmeno a darsi un bacino di scena, l’operazione commerciale è riuscita. Riesumazione in prima serata, ovviamente con il picco di share. 3

Tiziano Ferro
L’unica esibizione da vedere della prima serata. Ma sono categorie diverse. 9

 

Sanremo 2015, le pagelle della prima serata: bocciati Nek e Grignani. Si salvano in pochi
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