George Clooney li ha raccontati in un film, ma i “Monuments Men” esistono davvero. Sono chiamati a una missione impossibile: salvare l’immenso patrimonio artistico della Siria, messo a repentaglio dal contrabbando di reperti e da un conflitto che, oltre ad aver provocato 200mila morti, ha ridotto in macerie città e siti archeologici dal grande valore storico-culturale. Lo racconta il Wall Street Journal.
A guidare il gruppo di studiosi non c’è un robusto archeologo di mezza età, che ha studiato all’Università di Damasco. Fanno base nello scantinato di un hotel sul lato turco del confine e da mesi operano in segreto in Siria, rischiando di continuo la loro vita tra bombardamenti, trafficanti e i jihadisti dello Stato islamico.
Il loro obiettivo è semplice, ma terribilmente complicato da raggiungere in un paese dilaniato da quattro anni di guerra civile: salvare gli antichi manufatti e mettere in sicurezza i siti archeologici sotto la costante minaccia di sciacalli, civili disperati e soprattutto dei fondamentalisti, che hanno iniziato a saccheggiare il ricchissimo patrimonio artistico siriano per finanziare la jihad.
Storici dell’arte e funzionari dei servizi segreti – riporta il Wsj – hanno denunciato proprio come negli ultimi mesi sia aumentato esponenzialmente il numero delle antichità trafugate dall’Isis, aggravando un quadro già di per sé negativo a causa dei furti di opere d’arte commessi anche dalle forze governative e dalle fazioni ribelli. I saccheggi, che spesso avvengono anche utilizzando bulldozer, sono la seconda fonte di finanziamento più importante dell’Is dopo il petrolio, stando a quanto riferiscono gli 007 occidentali.
“All’inizio chi rubava erano singoli individui, ma ora si è trasformato in un organizzato business transnazionale che sta favorendo il finanziamento del terrorismo”, ha dichiarato Michael Danti, un archeologo della Boston University ora consulente del Dipartimento di Stato al quale sta consigliando i metodi per affrontare il problema. “E’ la più grave emergenza culturale che abbia mai visto”, ha aggiunto l’archeologo.
Antiche città come Homs e Aleppo sono ridotte ormai in macerie. Siti archeologici romani, greci, babilonesi e assiri sono andati distrutti nei combattimenti o depredati. Cinque dei sei siti del paese dichiarati dall’Unesco patrimonio mondiale dell’Umanità sono stati gravemente danneggiati. Alcuni dei più importanti musei del paese, inoltre, sono stati saccheggiati o sono a forte rischio. E’ il caso ad esempio del museo di Idlib, nel nord del paese, che esponeva numerosi reperti di epoca romana.
Nelle sessioni di addestramento nella loro base segreta, i Monuments Men in salsa siriana vengono istruiti su come accedere ai siti archeologici più importanti e documentare quello che è rimasto ma anche ciò che è stato già trafugato.
Tra le altre abilità che vengono affinate c’é quella di nascondere i preziosi manufatti che potrebbero essere contrabbandati e registrare la loro posizione tramite gps, in modo da ritrovarli poi in futuro. I “guerrieri” dell’arte usano in alcuni casi anche dei travestimenti: si presentano dai compratori come mercanti d’arte in modo da avere una prova dei manufatti trafugati.