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Ucraina, i possibili punti del piano di pace tra Kiev e Mosca in discussione a Minsk

Con Ucraina, Russia, Germania e Francia impegnate a Minsk in colloqui di pace “formato Normandia” sulla guerra in Ucraina, ecco i principali punti del possibile piano di pace nel Donbass, che aspira ad essere una riedizione aggiornata degli accordi di Minsk del 5 settembre scorso, ripetutamente violati da ambo le parti.

1) Immediato cessate il fuoco
2) definizione della linea del fronte, probabilmente sulle posizioni attuali, con i separatisti filorussi che hanno conquistato un migliaio di kmq in più rispetto agli accordi del 5 settembre
3) creazione di una zona demilitarizzata più ampia di quella di 30 km (15 per parte) prevista dagli accordi precedenti, con il ritiro di tutte le armi pesanti
4) meccanismi di controllo per il rispetto dell’intesa (osservatori Osce o forze di pace) e definizione dei tempi per la sua attuazione
5) scambi di massa di prigionieri;
6) amnistia per i miliziani
7) status speciale per le regioni separatiste
8) controllo dei confini russo-ucraini.

Le richieste dei ribelli: autonomia e fine isolamento economico
Un cessate il fuoco immediato a partire dalle 10 del mattino del 12 febbraio, una riforma costituzionale che conceda un’autonomia speciale ad alcuni distretti del sud-est ucraino e la fine dell’isolamento economico con Kiev che deve tornare a pagare pensioni e sussidi agli abitanti delle zone degli insorti. Sarebbero queste le richieste dei miliziani separatisti per mettere fine al conflitto nel Donbass. Lo scrive la testata ucraina online Zn.ua, che sostiene di essere entrata in possesso di una copia del piano presentato dai filorussi del Donbass nella seduta di ieri a Minsk del Gruppo di contatto (Mosca-Kiev-Osce-ribelli).

Sempre secondo Zn.ua, i separatisti chiedono anche il ritiro delle armi pesanti dalla cosiddetta linea di contatto: solo che mentre Kiev dovrebbe ritirare i suoi cannoni dal fronte attuale, i ribelli concedono di ritirare i propri al di là della linea segnata negli accordi di Minsk del 19 settembre, quindi più indietro rispetto all’attuale linea di fuoco. I miliziani chiedono inoltre un’amnistia e non si dicono contrari al controllo della frontiera russo-ucraina da parte dell’Osce, ma a patto che questo avvenga dopo una riforma costituzionale per concedere una speciale autonomia ad alcuni distretti del sud-est (vogliono che una lista di questi distretti sia pronta entro il giorno 20).