Cresce di ora in ora  la tensione nello Yemen. Nella capitale Sanaa, in occasione del quarto anniversario della rivolta contro l’ex presidente yemenita Ali Abdullah Saleh, i ribelli houthi, che controllano gran parte della capitale dopo il recente colpo di Stato, hanno rafforzato la presenza militare nei luoghi simbolo della rivoluzione, in particolare a Piazza Taghyeer (Cambiamento), ma resta alto il rischio di incidenti. Nei giorni scorsi, infatti, su Facebook è partita una campagna per trasformare l’anniversario della rivolta in una manifestazione anti-houthi, accusati di essere alleati di Saleh. Sullo stesso social network, una pagina pro-Houthi ha pubblicato invece una nota firmata dal “comitato rivoluzionario” in cui si invitano i sostenitori del movimento a occupare Piazza Taghyeer per manifestare il loro sostegno ai ribelli. Testimoni oculari, citati dall’agenzia Anadolu, hanno riferito che i ribelli hanno chiuso tutte le strade che portano alla piazza e dispiegato un numero elevato di combattenti.

Diversi Paesi occidentali hanno chiuso le loro ambasciate a Sanaa. Lo hanno fatto la Gran Bretagna, la Francia, la Germania e l’Italia, che hanno chiesto ai loro cittadini di lasciare quanto prima il Paese. La Farnesina raccomanda “ai connazionali che, per assoluta necessità, siano rimasti in Yemen, di lasciare temporaneamente il Paese”, si legge in un avviso di ‘viaggiaresicuri’ dove si ricorda che l’Ambasciata d’Italia a Sanàa è temporaneamente chiusa ai servizi per il pubblico. Nell’avviso si ricorda che c’è un “rischio particolarmente alto di sequestri per i cittadini occidentali”. “E’ assolutamente sconsigliato, in questo particolare momento, recarsi in Yemen ed effettuare viaggi in tutto il Paese incluso l’isola di Socotra: la minaccia terroristica – si legge nell’avviso – è molto diffusa, esiste l’elevatissimo rischio di attentati contro strutture governative ed obiettivi occidentali, come pure di azioni ostili ai danni di cittadini stranieri, in specie occidentali, da parte di gruppi terroristici di matrice confessionale e di gruppi tribali”.

Secondo il il Site, Al Qaeda nella Penisola arabica ha giurato fedeltà allo Stato Islamico rinunciando a quella al successore di Osama bin Laden, l’egiziano Ayman al-Zawahiri. Lo rende noto il sito di intelligence americano, sulla base di un messaggio diffuso via Twitter. Attiva nello Yemen, al-Qaeda nella Penisola arabica è considerata l’ala più potente e pericolosa dell’organizzazione fondata da Bin Laden e finora aveva respinto l’autorità dell’Is. “Annunciamo la rottura del giuramento di fedeltà allo sheikh, alla guerra santa e allo studioso Sheikh Ayman al-Zawahiri. Ci impegniamo con il califfo dei credenti Ibrahim bin Awad al-Baghdadi per ascoltarlo e obbedirgli”, si legge su Twitter. Miliziani della cellula di Al Qaeda nello Yemen hanno anche “annunciato la formazione di battaglioni armati per uccidere gli sciiti a Sanàa e a Dhamar”, nel centro dello Yemen.

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