Il campione olimpico Alex Schwazer è stato squalificato dalla II sezione del Tribunale nazionale antidoping per altri tre mesi. La motivazione è la violazione dell’articolo 2.3 delle norme sportive contro l’uso di sostanze dopanti, per aver eluso il 30 luglio 2012 i controlli della Wada a casa dell’allora fidanzata Carolina Kostner, a Obersdorf, in Germania. Il marciatore, la cui precedente squalifica di tre anni e mezzo, ridotti a otto mesi con il patteggiamento, scadrà il 29 gennaio 2016, dovrà dunque star fermo fino al 29 aprile dello stesso anno.
“Poteva andare meglio o peggio. Spero – ha commentato Schwazer nella conferenza stampa convocata dopo la notizia della squalifica – che ci possa essere una riduzione della mia prima squalifica perché mi piacerebbe gareggiare alle Olimpiadi di Rio ma serve un percorso ben chiaro. Vorrei – ha aggiunto – che mi venisse data la possibilità di fare un progetto dove io possa dimostrare la mia trasparenza anche rinunciando a parte della mia privacy. La gente ha bisogno di vedere che si può vincere anche senza doping“. L’oro olimpico a Pechino 2008 ha poi dichiarato di aver contattato il professor Sandro Donati per seguirlo. “In questo momento lui è la persona più credibile e questo per me è fondamentale. Ultimamente – ha rivelato l’atleta – ho intensificato gli allenamenti ma non potendo fare gare è difficile fare una preparazione specifica. Le condizioni generali sono buone. Penso che in una 20 chilometri, preparandomi, potrei fare meno di 1 ora e venti, ma sono solo ipotesi. Aspetto che la mia squalifica sia definitiva e spero”.
Il marciatore altoatesino ha parlato anche della squalifica di un anno e quattro mesi all’ex fidanzata Carolina Kostner, accusata di averlo coperto durante i controlli anti doping: “Mi spiace per Carolina perché tutto è nato da un mio errore, però ora con il senno di poi è facile. Non volevo fare il controllo a casa sua perché avevo dato la reperibilità presso la mia abitazione. E’ stata una questione di attimi. Lei con il doping non c’entra niente e soprattutto quanto accaduto è colpa mia. Se sono ancora innamorato di lei? Quando hai vissuto un’esperienza coma le nostra continui a rispettarti – ha precisato – Ma è difficile per il momento vederci insieme e poi io non credo alle zuppe riscaldate. Non è vero – ha poi voluto chiarire – che ho messo nei guai Carolina. Io sono sempre stato molto trasparente, ho sempre detto le cose come sono accadute”.
Schwazer ha poi spiegato nel dettaglio i tempi di recupero prima di poter tornare all’attività agonistica, in polemica con la Federazione Italiana Atletica Leggera: “La Fidal ha messo come limite il 2015 per raggiungere i tempi limite per la qualificazione a Rio 2016 nella marcia? Non voglio rubare il posto a nessuno ma se tornassi ai miei livelli… Ora i rapporti con la Federazione sono zero – ha detto, provocatoriamente – ma quando si avvicinano le Olimpiadi e servono delle medaglie magari si avvicinano di più. Voglio solo tornare ai miei livelli e fare i miei tempi poi se decidono di portare Rubino (un collega marciatore che in passato ha avuto parole dure nei suoi confronti) e arrivare ventesimi, facciano loro. Non capisco – ha aggiunto – perché vogliano decidere prima. Questa scelta forse è stata presa per dare tranquillità agli atleti. Ma allora nel 2016 non si gareggia?”. In ogni caso l’altoatesino non getta la spugna: “Rio obiettivo fondamentale? Per me sarebbe bello avere un obiettivo vicino, posso anche dire aspetto Roma 2024 ma non è così – ha detto, sorridendo – in ogni caso se non sarà l’Olimpiade sarà per il Mondiale del 2017″.
L’atleta ha infine parlato dei suoi problemi extra sportivi, precedenti alla squalifica: “Dopo Londra 2012 è venuto un momento nel quale non pensare più alla prossima gara ma di risolvere i miei problemi come uomo. Già prima avevo avuto dei colloqui con uno psicologo, ma solo una terapia vocale. Non ho visto grandi cambiamenti ma poi ho conosciuto uno psichiatra bravissimo (il prof Joseph Schwitzer) dell’ospedale di Bressanone che, anche con l’ausilio dei farmaci mi aiutato tantissimo. Il doping – ha concluso – è stato l’ultimo passo non penso che con una salute mentale normale ciò sarebbe successo”.