Se il fegato non basta, tenetevi anche il cuore.
«Cani, gatti, pesci rossi e ogni sorta di animale domestico sono considerati dal codice civile una “res”, ossia una cosa, e quindi pignorabili nei casi previsti dalla legge proprio come televisori, moto, automobili, divani».
Le nostre normative sono inadeguate su una questione che interessa ben 25 milioni di italiani insieme ai loro “amici a quattro zampe, e quindi in molti hanno manifestato contro la pignorabilità degli animali di affezione. Immagino che un cane bastardino o un pesce rosso o un gatto vecchio e spelacchiato valgano parecchio? E che il fisco li rivenda una volta pignorati e ci copra gli ammanchi chessò per la scuola? O per i centri antiviolenza? “Pignorato un volpino dalla casa di un’anziana. Messo all’asta, il vecchio cane ha prodotto 50 mila euro con i quali verrà dotata di riscaldamento la scuola che ne era sprovvista” leggeremo sui quotidiani?
Immagino che si arrivi a prendersi e portarsi via un animale domestico quando “cose” di ben altro valore siano già state pignorate.
E come funzionerà, mi chiedo? L’Ufficiale giudiziario bussa, entra nella casa disadorna dove ormai apparecchio Tv, frigorifero, lavatrice e arredi sono già stati rimossi. Perplesso si chiederà cosa asportare. E allora guarderà con aria valutatrice il pappagallo, il criceto, o il grosso cane stanco per comprendere quanto ci si può ricavare?
E poi dove porterà la “res” rimossa? Al canile? E lì l’oggetto verrà battuto all’asta?
Ah.
E chi dovrebbe aggiudicarselo visto che i canili esplodono, affollati come sono di cani abbandonati? Un animale di questi tempi,come è evidente, non ha alcun valore economico ma ne possiede uno ben più importante che è quello affettivo.
Per 25 milioni di italiane/i il rapporto d’amore che li lega ai loro cani o gatti è di grandissima importanza, in special modo quando i proprietari sono persone anziane che solo, veramente solo di quell’affetto si nutrono.
E considerato che nessun guadagno si ricaverà dagli animali pignorati, mi interrogo sul senso di questa procedura legale che nessun altro significato pare avere se non quello di punire con accanimento, rimuovendo ogni appiglio, ogni ragione per rimanere attaccati a quella che per molti non è ormai più nemmeno vita.
Ma dopo il pignoramento del barboncino, dopo l’allontanamento del gatto compagno di una vita, quando l’Ufficiale Giudiziario busserà alla porta di case dove nulla è rimasto se non un vuoto di una tristezza spaventosa, a cosa ci si potrà appigliare? Cosa si cercherà di asportare con puntigliosa applicazione della Legge?
Ah, certo.
Tenetevi anche il fegato. E le reni.
Del cuore, ormai, non ce n’è più bisogno.
Qui per firmare la petizione su Change.org ‘No al pignoramento degli animali domestici’