Come succede in tutte le storie d’amore tormentate che si rispettino, la Lega e Berlusconi si sono lasciati e riappacificati a fasi alterne facendo orecchie da mercante con gli amici (gli elettori) che consigliavano loro di troncare definitivamente la relazione complicata.

Berlusconi e Bossi

La prima crisi di coppia tra Bossi e Berlusconi è avvenuta nel 1994 quando il primo governo dell’ex Cavaliere cadde non per l’avviso di garanzia recapitato al leader di Forza Italia mentre si trovava a Napoli durante il G8 ma per il mancato sostegno della Lega sulla riforma delle pensioni. Fu così che a partire dal 1994 Bossi si dilettò in una serie di insulti nei confronti del suo ex partner che sancirono un divorzio così aspro da far impallidire la Guerra dei Roses. Il 19 agosto del 1998 Bossi scriveva su la Padania: “La Fininvest è nata da Cosa Nostra. Ci risponda Berlusconi, da dove vengono i suoi soldi?”, l’11 febbraio del 1995 sempre Bossi dichiarava a Repubblica: “Berlusconi è il grande fascista di Arcore” e sul Corriere della Sera il 13 gennaio 1995 lo definiva “incapace”, “febbre malarica” con “una tendenza alla vaccaggine” solo per citare alcune delle invettive più famose. Berlusconi rispondeva per le rime definendo il Senatur: “Un uomo dalla mentalità dissociata”, “ladro di voti”, “pataccaro”, “cadavere politico”, sfasciacarrozze”, “con il quale non mi siederò mai più allo stesso tavolo”. Le ultime parole famose, poi ci sono state le elezioni del 2001 e sappiamo tutti com’è andata a finire anche se la Lega sembra non fare tesoro dell’esperienza: nel 2001 la Casa delle Libertà formata da Fi, Lega e An vinse le elezioni ma il Carroccio pagò a caro prezzo l’alleanza con una significativa perdita di voti.

Quando arrivò il governo Monti nel 2011 ci fu una nuova crisi anche se nel frattempo uno dei due partner era cambiato, da una parte Maroni, dall’altra sempre Berlusconi. La Lega all’opposizione durò poco e nel 2013 fu di nuovo amore con Berlusconi e nuova delusione per gli elettori che punirono il Carroccio accreditandogli un misero 4%. La Lega tornò all’opposizione e la distanza con Forza Italia sembrò divenire incolmabile quando arrivò il terzo incomodo Renzi, fu consumato l’adulterio con conseguente frutto del peccato e venne alla luce la creatura nata dal legame fra Renzi e Berlusconi: il Patto del Nazareno.

Ora che il Patto del Nazareno non gode di buona salute e qualcuno ne ha sancito addirittura il decesso ecco il ritorno di fiamma fra Berlusconi, sempre lui, e il giovane segretario del Carroccio Salvini. Il corteggiamento, come in tutte le coppie, avviene a cena, fra le mura di Arcore dove domenica scorsa, fra una portata e l’altra, si è discusso delle alleanze per le elezioni regionali e del comportamento da tenere in qualità di opposizione in Parlamento. E pensare che solo lo scorso 29 gennaio Salvini dichiarava “Io non baratto la coerenza per qualche voto in più. Io non vado con chi si fa fregare” e almeno fino a domenica scorsa riteneva che il centrodestra fosse morto, Forza Italia nel caos e nessun elettore leghista disposto a puntare ancora su un’alleanza con Berlusconi. Il 14 dicembre sempre Salvini aveva dichiarato: “No ad alleanze con il Pdl. Con Berlusconi di cosa parlerei? Solo di bunga a bunga e di giustizia”. L’idillio fra i due innamorati continuerà oltre San Valentino? Chi vivrà vedrà.

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