Quella della DS è una storia iniziata 60 anni fa, al Salone di Parigi del 1955. Un passaggio storico, perché all’esposizione francese la Citroën ha presentato un’auto che ha rivoluzionato il marchio. La Casa arrivava dal grande successo della Traction Avant, lanciata nel 1934, che però era ormai parte di un’altra epoca. Con la DS, che pronunciato “déesse” significa “dea“, il marchio apriva una nuova era. Perché non si era mai vista una macchina così innovativa, sia dal punto di vista estetico che meccanico.
Il design rompeva completamente con il passato, e anche oggi è rimasto unico e immediatamente riconoscibile. La linea nata dalla matita di Flaminio Bertoni, parte di un team guidato da André Lefebvre, in breve tempo ha guadagnato il soprannome di squalo, grazie alle forme aerodinamiche che la rendevano unica. Bassa, lunga e avveniristica, la DS non poteva passare inosservata. Anche per la soluzione della carreggiata frontale, più larga di quella posteriore, utile per poter sostenere il pero degli organi meccanici.
Anche a livello meccanico la DS era anni avanti. Tra le innovazioni tecniche che portava con sé c’erano il servosterzo, il cambio semiautomatico, i freni a disco anteriori montati di serie e le sospensioni idropneumatiche a quattro ruote indipendenti. Quest’ultima innovazione era frutto di 10 anni di ricerche e consisteva nella sostituzione delle tradizionali molle con sfere riempite per metà di azoto e per metà di olio. In base al carico, l’olio andava a comprimere il gas, garantendo così l’effetto ammortizzante e una forte stabilità. Tanto che il marchio poté godere di una grande luce nel 1962 quando i terroristi dell’Oas attaccarono Charles De Gaulle, a bordo della sua DS 19. Arrivarono a destinazione 14 colpi di fucile automatico, di cui due bucarono altrettante gomme. Grazie al sistema di sospensioni, però, l’auto si rimise in assetto, e consentì all’autista di scappare.
Posizionandosi in una fascia di mercato alta, la DS aveva “obbligato” Citroën a creare un modello più economico, chiamato “ID”, ma era diventata anche l’auto di rappresentanza dello Stato francese. Nella suo allestimento più esclusivo, chiamato Pallas, la DS era la macchina di ministri e dirigenti. Prodotta dal 1964 fino al 1975, anno dell’uscita dal listino, la DS Pallas ha rappresentato l’esclusività su quattro ruote.
Rimasta a listino per 20 anni, la DS ha rappresentato l’apice del marchio Citroën, al quale poi è seguita una crisi profonda. Prima dell’uscita di produzione del modello nell’aprile del 1975, dopo circa mezzo milione di unità consegnate, l’azienda francese era sull’orlo del baratro, ed era diventata necessaria l’opera di salvataggio della Peugeot, che ha portato poi alla creazione del gruppo PSA nel 1976.
A distanza di anni, il gruppo francese continua a celebrare il successo della DS. Pur con significati diversi, e con prodotti che nulla hanno a che vedere con il passato, queste due lettere sono tornate: DS nel 2014 è diventato un marchio a sé stante (DS sta per Different Spirit), con una gamma di modelli che si differenziano da quelli Citroeën per l’esclusività e per il design. Una storia iniziata nel 2010 con il lancio della DS3, un’auto di lusso per il segmento B, seguita poi dalla DS4 e DS5. Modelli originali e di fascino nel panorama automobilistico attuale, che però non hanno l’anima che aveva lo Squalo.