Una missione che ci ha fatto tutti sentire fieri di essere italiani e ha ridato senso e lustro alla Marina militare, attualizzando il concetto stesso di protezione dello spazio marino e delle coste e che, soprattutto, ha salvato migliaia e migliaia di esseri umani che guerra, persecuzioni e devastazioni economiche ed ambientali hanno costretto ad abbandonare la patria in cerca di sopravvivenza.
Una cosa così bella e giusta non poteva certo durare, nell’infelice Italia dei nostri giorni. Il bravo ufficiale ne era probabilmente consapevole, ma volle ugualmente esprimere la sua fiducia nella continuazione della missione sia pure nel contesto di Triton. Intervenni nel dibattito, dichiarandomi d’accordo sul fatto che con Mare nostrum si fossero conseguiti importanti successi, ma paventando che, con il passaggio a Triton tali successi non si sarebbero più conseguiti. Ahimé, avevo ragione e i fatti si incaricano oggi di dimostrarlo.
L’abbandono di Mare Nostrum e la sua sostituzione con Triton, progetto diverso per finalità, modalità operative e mezzi dispiegati, comporta una gravissima sconfitta delle ragioni dell’umanità, della logica e della razionalità, tre elementi che, per avere un senso, devono andare di pari passo. Ha vinto invece chi, come quel politico europeo di cui ora non ricordo né il nome né la nazionalità, ha avuto il coraggio di affermare che Mare Nostrum andava abbandonata perché costituiva un incentivo ai rifugiati a mettersi in mare sapendo che qualcuno li avrebbe raccolti. Considero questo signore, e quelli che la pensano come lui, colpevoli direttamente delle centinaia di vittime che si registrano oggi ancora nel Mediterraneo.
Contro il prevalere di queste logiche fallimentari e disumane occorre oggi chiedere con forza il ritorno di Mare nostrum. L’Italia e gli altri Paesi dell’Europa mediterranea, destinati a trovare fra di loro oggi, anche alla luce delle questioni poste dal nuovo governo greco, sempre nuovi e più profondi motivi di convergenza, devono assumersi in prima persona il compito di pattugliare il Mediterraneo per salvare i derelitti e combattere senza pietà i criminali che approfittano della condizione di questi ultimi. La sostituzione di Triton a Mare nostrum, con i suoi nefasti effetti, è stata l’ennesima resa alle logiche di un’Unione europea che oggi va demolita e ricostruita dalle fondamenta, dati i danni che continua a provocare in ogni campo. La stessa fuga dalle responsabilità che ci porta ad oggi ad abbandonare la Libia dopo aver in ogni modo favorito la fine della convivenza civile in quel Paese avallando le azioni criminali di Sarkozy e C., lasciando spazio aperto al terrorismo e al fondamentalismo.
I richiedenti asilo devono essere salvati e posti in condizione di avere una vita degna, così come vanno eliminati i lager come quelli di Ponte Galeria, su cui ha recentemente scritto la brava antropologa antirazzista Annamaria Rivera. Oggi più che mai, specie dopo le rivelazioni su Mafia Capitale e lo sfruttamento del settore da parte di gruppi criminali, appare necessario ristrutturare completamente il settore dell’accoglienza, basando il trattamento di rifugiati e migranti sul rispetto della loro dignità e soggettività.
Il governo Renzi e l’Unione europea si muovono invece esattamente in direzione opposta, come dimostrato in questi giorni proprio dagli effetti devastanti della fine di Mare nostrum, della quale pure numerose e qualificate associazioni avevano mesi fa inutilmente chiesto la continuazione, denunciando il gravissimo errore che il governo italiano si accingeva a compiere cedendo alle pressioni di razzisti e xenofobi.