E' la richiesta contenuta in una risoluzione approvata dall'assemblea di Strasburgo, che chiede anche che il giornalista Bob Rugurika, direttore della Radio Publique Africaine, finito in carcere dopo la pubblicazione dell'inchiesta che ha rivelato il presunto coinvolgimento dei servizi segreti nell'assassinio delle religiose, venga rilasciato
Il Burundi avvii un’indagine indipendente sulla morte delle tre suore italiane Olga Raschietti, Bernardetta Boggian e Lucia Pulici, le quali – secondo un’inchiesta della Radio Publique Africaine – erano venute a conoscenza di alcuni traffici illeciti gestiti da quello che allora era il capo dei servizi segreti del paese. Lo chiede una risoluzione approvata dal Parlamento Europeo di Strasburgo, che chiede anche che il giornalista Bob Rugurika, direttore della RPA, finito in carcere dopo la pubblicazione dell’inchiesta – venga immediatamente rilasciato. “È la seconda volta in sei mesi che il Parlamento Europeo approva una risoluzione che riguarda il rispetto dei diritti umani in Burundi”, spiega a IlFattoQuotidiano.it Cecile Kyenge, eurodeputata ed ex ministro dell’Integrazione.
La risoluzione di Strasburgo chiede al governo burundese a rilasciare subito e senza condizioni il giornalista, a portare avanti un’inchiesta seria sull’assassinio delle missionarie italiane uccise nel settembre 2014, ma non trascura nemmeno altri aspetti: “Esorta il governo del Burundi a prendere misure per controllare l’Imbonerakure, l’ala giovanile del partito CNDD-FDD (il partito al potere) e impedirle di intimidire e di attaccare presunti oppositori […]; chiede un’indagine internazionale indipendente riguardo alle affermazioni secondo cui il CNDD-FDD fornirebbe armi e addestramento alla sua ala giovanile”. Tutti elementi emersi dall’inchiesta di RPA sul brutale assassinio delle missionarie, almeno una delle quali sarebbe stata pronta a denunciare il riarmo dell’Imbonerakure che lei aveva personalmente documentato.
Un nuovo rapporto di Human Rights Watch pubblicato il 12 febbraio documenta ben 47 esecuzioni extragiudiziali nel solo dicembre 2014 avvenute da parte dell’esercito e della polizia burundesi. Un clima teso che si spiega anche con la tesa fase preelettorale del paese, nel quale è in corso una lotta feroce per la successione. “In aula durante gli interventi è stato chiesto a gran voce da molti deputati che si ricorra anche a sanzioni – continua Kyenge – la fase preelettorale, in Burundi e nei Paesi dell’area, ha spesso un iter che si discosta dai percorsi democratici: si cerca di eliminare attraverso stratagemmi o anche fisicamente gli avversari politici e i dissidenti. Giornalisti e difensori dei diritti umani sono i più bersagliati. Come italiana – continua l’ex ministro – chiedo inoltre che sia fatta luce sul caso delle tre suore, che ad oggi rimane una morte odiosa e misteriosa. I colpevoli di questo ignobile crimine devono essere portati davanti alla giustizia e condannati. L’impunità deve finire”. E l’Italia? Pronunciamenti ufficiali ancora non ce ne sono. La deputata Maria Edera Spadoni, del Movimento 5 Stelle, ha depositato nei giorni scorsi un’interrogazione a risposta immediata in commissione Esteri.