Cucina

La grappa trentina “è donna”: Anna Marzadro e la metamorfosi del distillato

In Trentino Alto Adige ci sono delle signore, le cosiddette “donne di spirito”, che stanno cercando di modificare il panorama italiano di uno dei prodotti più utilizzati dagli italiani a fine pasto: "La sperimentazione, in questo settore, è importante. Per esempio noi stiamo lavorando con la botte tradizionale, ma stiamo sperimentando anche l’anfora"

di Barbara Giglioli

Niente più distillati aggressivi riservati agli uomini: la grappa trentina è donna. Anna Marzadro, produttrice trentina, racconta la metamorfosi di uno dei prodotti più utilizzati come fine pasto dagli italiani. Grande innovazione e ricerca nelle distillerie per creare nuove armonie alcoliche.

Chiudete gli occhi e pensate alla grappa. Sapore forte, gusto deciso, forse troppo per i palati non abituati a degustarla. Ma qualcosa nel gusto di questo prodotto sta cambiando. Una delicatezza nuova e un’armonia diversa stanno variando l’idea che si ha del distillato. Non più un “fine pasto” troppo alcolico, dal sapore forte e quindi dedicato a pochi eletti, ma un piacevole coronamento di una buona tavola. Che sia l’influenza della donna e la sua sensibilità olfattiva e degustativa ad aver cambiato le cose? In Trentino Alto Adige ci sono delle signore, le cosiddette “donne di spirito”, che stanno cercando di modificare il panorama italiano della grappa. Una di queste è Anna Marzadro, una donna minuta, bionda e dagli occhi vispi. La incontro al tavolo di un ristorante. Siede al mio fianco, alza lo sguardo, incrocia i miei occhi e inizia a raccontarmi della sua passione: quella per la grappa. Anna, in ogni suo gesto e in ogni sua parola, trasmette il forte trasporto che ha nei confronti della tradizione dell’azienda Marzadro, leader nel settore dei distillati. Il suo è un amore antico che l’ha portata oggi ad essere una delle signore della grappa trentina.

Anna Marzadro, al contrario di quello che si pensa solitamente, la grappa è anche donna?
Sì e lo sta diventando sempre di più da dieci anni a questa parte. Le grappe regalano piaceri e le donne sono molto brave a cogliere i profumi. La grappa è un prodotto che trasmette armonie e la donna è molto brava ad interpretarle.

Ma è vero che la donna è più sensibile e quindi più brava nel riconoscere le grappe?
Diciamo che è più attenta. L’uomo ha naso, bocca, mentre la donna si ferma dopo un sorso di grappa. Va in profondità e di fatto è più sensibile.

Quali sono le grappe che le donne preferiscono? Quali profumi prediligono?
Amano le grappe che sono un insieme di vitigni, non quelle schiette. A loro piace essere coccolate.

Ma c’è ancora qualche donna che si rifiuta di assaggiare la grappa perché la reputa troppo forte?
Assolutamente sì. C’è ancora il ricordo delle grappe aggressive di un tempo, usate da digestivo. Quelle grappe di femminile non avevano proprio nulla.

Lei organizza i panel test per creare nuove grappe, quanto è importante la sperimentazione nel suo settore?
Moltissimo. Per esempio ora noi stiamo lavorando con la botte tradizionale, ma stiamo sperimentando anche l’anfora. Per alcune grappe poi usiamo le botti del Porto, che lasciano alla grappa un fantastico profumo di amarena. Siamo sempre in evoluzione in azienda, non ci fermiamo mai, perché cerchiamo di ottenere il meglio dai nostri prodotti.

Ma verso quale strada sta andando la grappa?
Si sta ritornando alla grappa bianca.

Cosa pensa dell’utilizzo della grappa in cucina?
Mi piace molto. Si usa negli antipasti, nei primi e nei secondi, ma secondo me è ottima soprattutto nei dolci.

Parla di grappa come accompagnamento o come ingrediente nelle creazioni in cucina?
No no, parlo della grappa come ingrediente. Viene utilizzata moltissimo in cucina per i dessert, ma anche per i risotti.

Nella tradizione trentina quale dolce non può essere proprio servito senza grappa?
Non c’è sbrisolona senza grappa, o meglio, in Trentino, si usa quasi sempre servire questa torta bagnata con il distillato.

Ma lei avrebbe mai pensato di diventare una delle “donne della grappa”? Da bambina cosa sognava di fare?
Sognavo di fare l’ISEF, mi piaceva molto lo sport. Però diciamo che io sono vissuta con la grappa. La nostra è un’azienda familiare. A diciotto anni ho iniziato a girare per i negozi per proporre i nostri prodotti. Io sono una persona molto aperta, socievole e mi piaceva molto girare proponendo la nostra grappa, forse proprio perché amo questo distillato e la nostra azienda.

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