Il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione chiede al governo di fare marcia indietro sull'articolo del decreto Sblocca Italia che prevede la proroga automatica per i concessionari che propongono l'accorpamento di più tratte o si impegnano a fare investimenti. "Chiarire punti critici, si rischia contrasto con la Ue"
Dopo le critiche a caldo sul “regalo” ai concessionari autostradali previsto dal decreto Sblocca Italia, ora il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione Raffaele Cantone chiede esplicitamente al governo Renzi di fare marcia indietro. Auspicando che l’articolo 5 del provvedimento sia stralciato e al suo posto venga messa in cantiere “una legge organica che riguardi solo le concessioni autostradali”, perché “credo che queste abbiano una serie di specificità”.
Il magistrato napoletano, audito lunedì in commissione Ambiente della Camera nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulle concessioni, ha ribadito come la norma “potrebbe essere in contrasto con quello che da tempo ci sta dicendo l’Unione europea sul fatto che le concessioni devono essere messe a gara pubblica“. Al contrario, lo Sblocca Italia ne prevede una proroga quasi automatica a favore degli attuali concessionari, da Autostrade per l’Italia (Benetton) ai gruppi Gavio e Toto agli enti pubblici e privati che gestiscono singoli tratti della rete. Per ottenerla, in base al decreto, è sufficiente chiedere l’accorpamento di più tratte o impegnarsi a fare investimenti comunque necessari. Così facendo, ha detto Cantone, “il meccanismo diventa un criterio di allungamento delle concessioni”. Occorre dunque chiarire se “gli investimenti che vengono effettuati oggi sostituiscono quelli di prima, e quindi si fa una sorta di regalo alle autostrade, o si cumulano e in che modo”, e specificare “il modo attraverso il quale si può lavorare sulle tariffe” anche per garantire l’obiettivo di non aumentarle.
In conclusione, quindi, secondo il numero uno dell’Anac ci sono “tre strade” per rivedere l’articolo 5: “attraverso un intervento legislativo a chiarimento”, “un intervento da parte del governo al momento di rivedere le concessioni” che chiarisca tutti i punti critici o la dismissione tout court della norma eliminando dal Milleproroghe la parte che proroga il termine entro il quale i gestori dovevano presentare al ministero dei Trasporti le richieste di aggiornamento delle concessioni.
“Condivido i rilievi espressi dal presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione Raffaele Cantone”, ha commentato il presidente della commissione Ermete Realacci (Pd) in una nota. “Nella prosecuzione dell’indagine conoscitiva appena avviata è necessario verificare se le ulteriori obiezioni sui rischi di violazione dei principi di concorrenza ed economicità oggi evidenziate dal presidente dell’Anac possano essere superate con atti amministrativi, o se l’articolo 5 sia un legno storto che va rimosso per affrontare in modo serio e trasparente la partita della concessioni autostradali e se quindi siano necessari nuovi interventi legislativi”.