È un gran piacere apprendere, attraverso l’intervista a Repubblica, che Emma Bonino è decisa a combattere la “bestiola”, come la chiama lei, e che con poca sofferenza e una cuffietta in testa fa la temuta ma indispensabile chemioterapia. Il coraggio non si inventa: o c’è o non c’è.
Purtroppo, un coraggio di tale risma nella maggior parte dei casi no, non c’è.
La “bestiola” può dominarti: non tutti sono nelle condizioni di diventare Capo dello Stato. E se poi ciò non avviene perché la sorte sembra avversa, ti resta pur sempre una vita piena, fosse anche giusto una pagina di Repubblica, il quotidiano più importante, tutto per te.
Perché è vero, certe cose fanno male alla malattia. Se combattuta attraverso l’impegno di una vita e la grande gratificazione del tuo lavoro, se possibile, viene vinta meglio.
La leader radicale guida un partito sempre in difesa degli altri, anche dei peggiori, come quelli che stanno al 41 bis. Cita la grande amicizia con Veronesi, il nemico numero uno del cancro, che tempo fa sullo stesso quotidiano ci ha ricordato quanto sarebbe importante che ogni donna malata sottoposta a chemioterapia potesse avere anche negli ospedali una camera tutta sua.
E quella bellissima cuffietta, “bellissima” come oggi va intesa ma che bella sempre non è. Ed anzi che spesso è molto, troppo pesante da portare. Non si dice, non lo dice la leader radicale, ma ci sono le cuffie ed oggi anche caschi del ghiaccio da portare: sono quelle utilizzate dalle Asl dell’Emilia. L’ospedale di Carpi le usa, avute in donazione dall’associazione contro il cancro. Evitano tanti dispiaceri e andrebbero pubblicizzate di più, ma soprattutto acquistate dalle Asl nazionali per tutti gli ospedali.
È senz’altro bello leggere della forza contro il cancro. Ma, come si dice, è altrettanto importante il poggiolo da cui si guarda alla malattia: piccolo quanto si vuole, “portierato più lavatoio”, ma pur sempre quello giusto che rende la battaglia alla “bestiola” più forte e provoca di sicuro meno sconfitte.
La vittoria sul male è l’augurio che ci sentiamo di rivolgere ad una donna ed una leader coraggiosa, perfino smaniosa di politica, che fino ad oggi, purtroppo, non è arrivata mai dove sarebbe dovuta arrivare.