La maxi rissa nel centro storico di Lecce, alla vigilia della festa nazionale di CasaPound, lo scorso settembre, ha portato la Procura salentina a disporre l’obbligo di dimora a carico di dodici persone. I provvedimenti, firmati dal gip Annalisa De Benedictis, sono stati notificati in mattinata dalle Digos di Lecce, Arezzo, Bologna, Lucca, Milano, Parma, Pistoia, Roma e Torino. Destinatari della misura cautelare sono otto esponenti di CasaPound, appartenenti a circoli di diverse regioni d’Italia, e quattro attivisti del centro antagonista denominato “Binario 68 occupato” di Lecce. Sono tutti ritenuti responsabili del reato di rissa aggravata. Lo scontro, ripreso dalle telecamere di videosorveglianza, si è verificato durante la notte a cavallo tra giovedì 4 e venerdì 5 settembre 2014, in una traversa della centralissima piazza S. Oronzo. Clima teso, in quei giorni, in città, in concomitanza con il raduno del movimento di estrema destra che, a Surbo (Le), ha visto la presenza di circa 400 militanti, tra il 5 e il 7 settembre. Le contro-manifestazioni di antifascisti, anarchici ed antagonisti provenienti anche da altre province sono sfociate nell’occupazione per oltre un’ora della stazione ferroviaria di Lecce e, nel pomeriggio di sabato 6 settembre, nel corteo per il quale, il 28 gennaio scorso, sono stati emessi 38 avvisi di conclusione indagini. Quella manifestazione, infatti, è stata macchiata da episodi di vandalismo e imbrattamento, ma anche dal fatto che alcuni partecipanti avessero portato in luogo pubblico bastoni di legno, fumogeni e petardi, indossando caschi integrali di Tiziana Colluto
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