L'inchiesta della Procura coinvolge anche personale dell'Unità di terapia intensiva neonatale che erano state contattate per trasferire d'urgenza la bimba ma avevano comunicato di non avere posti liberi. Gli ispettori: "Il 118 avrebbe dovuto inviare la bambina a Messina"
Dopo le polemiche e le dimissioni dell’assessore regionale alla sanità Lucia Borsellino, il caso della neonata morta nel tragitto in ambulanza verso Ragusa per mancanza di posti letto negli ospedali di Catania trova ufficialmente uno sbocco giudiziario. Nello stesso giorno in cui gli ispettori inviati dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin puntano il dito contro la clinica per non aver segnalato la gravità delle condizioni di Nicole e il mancato invio da parte del 118 dell’ambulanza verso Messina, più vicina a Catania di Ragusa.
Nove indagati: ci sono anche cinque medici
La Procura di Catania indaga infatti nove persone nell’ambito dell’inchiesta sul caso della piccola Nicole. Secondo quanto riporta l’agenzia Ansa, tra le persone indagate ci sono i medici della clinica privata Gibiino, in cui la piccola è nata giovedì scorso e dove ha accusato difficoltà respiratorie, e personale delle Unità di terapia intensiva neonatale della città che erano state contattate per trasferire d’urgenza la bimba ma erano risultate tutte piene. Il reato ipotizzato è omicidio colposo.
L’iscrizione è stata confermata dal procuratore di Catania, Giovanni Salvi, destinatari dell’informazione di garanzia sono cinque medici che hanno operato tra la clinica e il trasferimento in ambulanza della piccola, due dipendenti del 118 e altre due persone di altrettante unità di Terapia intensiva neonatale. “Stiamo verificando – ha ribadito il procuratore – le responsabilità penali. È una vicenda dolorosa e occorrerà tempo”.
Due filoni di inchiesta: al vaglio anche eventuali omissioni
Sono due i filoni dell’inchiesta aperta sulla morte della piccola Nicole. Uno riguarda il decesso della bambina l’altro sull’eventuale omissione nella messa a disposizione delle unità di rianimazione neonatale, alle segnalazioni di insufficienza di quelle funzionanti, alla previsione di meccanismi atti a far fronte ad emergenze nella situazione. “Certamente nell’inchiesta – è tornato a sottolineare il procuratore di Catania – ci occupiamo soltanto di eventuali profili penalmente rilevanti, e non di altro, che è di competenza di Asp e Regione”.
Gli ispettori del ministero: “Non segnalata la gravità del caso”
Intanto è cominciato anche il lavoro degli ispettori inviati dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. Secondo quando emerge dai primi atti la casa di cura non ha segnalato la gravità del caso alle Unità di terapia intensiva neonatale contattate e il 118 avrebbe dovuto inviare la bambina nell’Utin più vicina, a Messina, che non è stata contattata perché fuori “distretto ma aveva la disponibilità del posto letto”.