Nel dicembre 2011 duemila persone scesero in piazza a Bacoli (Napoli) per protestare contro l’arrivo delle ruspe che avrebbero dovuto abbattere due villette abusive: blocchi stradali, scontri con le forze dell’ordine, arresti. La rivolta non sortì l’effetto sperato e pochi giorni dopo le case destinatarie dei provvedimenti di demolizione furono rase al suolo. Finì giù anche l’abitazione di Raffaele Cardamuro, l’attivista appena nominato responsabile del “dipartimento emergenza abitativa del coordinamento provinciale napoletano di Forza Italia”. Lo ha annunciato in una nota il coordinatore provinciale degli azzurri Antonio Pentangelo: “Con questa nomina rilanciamo in provincia di Napoli un tema particolarmente sentito e delicato potendo contare anche e soprattutto sull’esperienza maturata sul campo da Raffaele di cui è noto il forte  impegno. Siamo certi che malgrado le difficoltà di contesto di una regione fortemente penalizzata sul fronte del condono edilizio, Raffaele saprà affrontare utilmente temi così pregnanti come quelli dell’emergenza casa, dell’abusivismo di necessità, e relative demolizioni, battaglie di sempre del nostro partito per il riconoscimento di uno dei diritti fondamentali del cittadino, il diritto alla casa”.

Nulla di nuovo sotto il sole. La posizione di Forza Italia sul tema è nota. Si avvicinano le elezioni in Campania e bisogna blandire il popolo degli abusivisti “di necessità” (ma non solo), terrorizzato dalle 67.000 sentenze di demolizione (dato del 2013) e dalle altre 200.000 circa in arrivo. Ricordiamo le parole di Mara Carfagna a Sant’Antonio Abate (Napoli) poco prima delle regionali del 2010: “Non siamo così folli da pensare di avere il minimo interesse ad abbattere anche soltanto un balcone di questi edifici. Quindi lasciateci lavorare, abbiate fiducia in noi, l’unica speranza è quella di arrivare al governo regionale e poi il governo regionale si assumerà la responsabilità di non demolire un pilastro soltanto di questi edifici”. Cinque anni di governo della Campania hanno prodotto solo una farraginosa delibera di riapertura dei termini del condono edilizio ’85 e ’94. E’ rimasto inapplicabile il condono Berlusconi del 2003, bloccato da una legge regionale di Antonio Bassolino che di fatto lo ha reso impossibile in Campania. Il parlamentare azzurro Carlo Sarro ha provato in tutti i modi a forzare il blocco: sedici tentativi nella legislatura 2008-2013, tra disegni di legge ed emendamenti infilati qua e là: “Chiediamo solo l’applicazione di un diritto ingiustamente negato in Campania, per salvare gli abusi di necessità”. Ma non c’è stato niente da fare.

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