Centinaia di uomini del paese maghrebino a Derna e Sirte per sostenere il Califfato. Altri 300 confluiscono dai territori controllati dai terroristi. Tunisi dispiega unità militari lungo il confine di terra e di mare con la Libia
Centinaia di jihadisti stanno arrivando a Derna e Sirte, le due roccaforti dello Stato Islamico in Libia, per dare il loro supporto ai miliziani di Isis nel rafforzare il controllo sulle due città costiere. “Ora Derna sembra Raqqa (la città siriana considerata la ‘capitale’ del Califfato, ndr)”, ha detto alla Cnn Noman Benotman, un ex jihadista libico che ora fa parte del think-tank Quilliam Foundation. Combattenti provenienti dalla Tunisia hanno attraversato il confine libico e si sarebbero uniti a quelli già presenti nel Paese, mentre dall’area continuano a partire uomini per sostenere quello che rischia di diventare il secondo Stato Islamico.
Per prevenire l’afflusso di uomini a sostegno del Califfato ed “eventuali minacce contro l’integrità territoriale del Paese”, la Tunisia ha però dispiegato unità militari lungo il confine di terra e di mare con la Libia, ha spiegato il tenente colonnello Belhassen Oueslati, portavoce del Ministero della Difesa, in una dichiarazione riferita dalla Tap. Il dispositivo delle forze armate, ha aggiunto l’ufficiale per spiegare l’ampiezza dell’operazione, è stato rafforzato da unità della Guardia nazionale e della Dogana (che in Tunisia svolge le funzioni di controllo delle frontiere). Oueslati ha aggiunto che le unità schierate ai confini occidentali devono impedire “ogni tentativo di infiltrazione da parte di terroristi”, stroncando anche il traffico di armi.
Rafik Chelly, segretario di Stato presso il ministero dell’Interno tunisino incaricato della sicurezza nazionale, ha dichiarato al quotidiano al Maghreb che “circa 500 combattenti” fedeli all’autoproclamato califfo Abu Bakr al-Baghdadi sono partiti dai territori controllati dai terroristi, in Siria e Iraq, per tornare nel loro Paese d’origine, la Tunisia, Stato dal quale è partito il maggior numero di miliziani per sostenere la causa jihadista. Il ministro dell’Interno, Mohamed Najem Gharsalli, ha però assicurato che questi soggetti “non rappresentano un pericolo per il Paese”, anche se, secondo fonti locali, negli ultimi giorni molte persone sono riuscite ad attraversare il confine sud tra Tunisia e Libia, nella zona di Medenine, per raggiungere e sostenere i combattenti di Isis.
Nonostante le parole del presidente del Consiglio Matteo Renzi, che durante il suo discorso alla direzione del Partito Democratico ha parlato di “gruppi locali che simpatizzano per Isis e non uomini del califfato arrivati da Siria o Iraq”, fonti locali hanno riferito che a Derna ci sarebbero già 300 uomini provenienti dai territori controllati dai miliziani dello Stato Islamico e che altri avrebbero già attraversato i confini libici. Un flusso che, se destinato a continuare, rischia di offrire ai terroristi la possibilità concreta di espandersi e di amministrare e controllare alcuni territori, senza che l’esercito libico possa realmente ostacolarli. I militari di Tripoli, infatti, fino a oggi hanno dimostrato di non essere in grado di controllare i vari gruppi che stanno combattendo per la conquista del potere in diverse aree del Paese. “A Tripoli la situazione è critica. E’ da tempo che lo Stato Islamico è lì”, hanno raccontato alcuni degli italiani rimpatriati e atterrati all’aeroporto di Pratica di Mare.
Il problema dei jihadisti di ritorno dal Califfato ha messo in allarme Tunisia e Algeria che ora temono di diventare la porta d’entrata per i terroristi che vogliono raggiungere Derna e Sirte, favorendo così la nascita di un califfato islamico vicino ai propri confini. Per questo, i due governi rafforzeranno i controlli, anche se l’instabilità e gli scontri in atto in molte di queste aree non rendono possibile una sorveglianza totale. Se Algeri da tempo ha messo alle strette le fazioni fondamentaliste, controllando attentamente anche il confine con la Libia, potrebbe andare incontro a una situazione critica l’esercito di Tunisi, in un Paese dove, invece, lo Stato Islamico attrae i membri dei movimenti terroristici.
Twitter @GianniRosini