Le elettriche vendono bene nei mercati nordici, mentre i Paesi più grandi – Italia compresa – restano indietro
Una questione di sensibilità, oltre che di incentivi. Perché delle circa 58.000 auto puramente elettriche vendute in Europa nel corso del 2014, quasi la metà, cioè 28.000, sono state commercializzate in appena sette dei 24 paesi (12,8 milioni di immatricolazioni complessive) del Vecchio Continente. E nemmeno i più popolosi: Norvegia (quasi un terzo totale, 18.090), Paesi Bassi (2.982), Svizzera (1.659), Danimarca (1.612), Svezia (1.239), Austria (1.2819) e Belgio (1.164).
La Norvegia ha poco più di 5 milioni di abitanti ed è il principale produttore di petrolio dell’Europa Occidentale nonché nella top 5 dell’export mondiale di greggio, che vale un quarto del Pil. Eppure investe sulla mobilità a zero emissioni perché chi opta per un’auto “a pile” beneficia di una serie di agevolazioni non solo al momento dell’acquisto, ma anche nel suo impiego: l’esenzione dai pedaggi, il rifornimento di energia gratuita presso le colonnine pubbliche e la possibilità di viaggiare sulle corsie preferenziali. Nel paese scandivano, nel 2014, la quota di mercato delle auto elettriche ha raggiunto il 12,5%.
Lo scorso anno in Europa sono state vendute anche poco più di 39.5000 vetture ibride pulg-in o ad autonomia estesa. Il primato spetta ai Paesi Bassi con 9.938, quasi un quarto del totale.
I grandi mercati di Regno Unito (15.361 di cui 7.416 elettriche), Germania (13.118, 8.522), Francia (12.488, 10.5619), Italia e Spagna sono interessati quasi solo marginalmente dal “fenomeno” zero emissioni. In valori assoluti, il KBA tedesco è arrivato a contabilizzare una media di 710 elettriche al mese, ma per raggiungere il parco circolante di un milione nel 2020 come annunciato dalla cancelliera Angela Merkel ci vuole molta immaginazione.
In Italia sono state vendute 1.098 elettriche e 375 ibride plug-in o ad autonomia estesa, in pratica poco più della Spagna, dove però è stato immatricolato anche mezzo milione di auto in meno. In coda alla classifica della sensibilità ambientale automobilistica ci sono Bulgaria (2 elettriche e nessuna ibrida), Romania (7 e 0), l’Ungheria (32 e 11) e la Grecia (0 e 64). Per il momento, le vetture ecofriendly sono ancora “roba da ricchi”. O da flotte.
La Nissan Leaf si è confermata il modello elettrico più venduto in Europa nel 2014 con quasi 14.700 unità ed una quota attorno al 25%. Al secondo posto la Renault Zoe con 11.227 unità ed al terzo Tesla Model S con 8.734. Seguono i modelli tedeschi, il cui debutto nel segmento è decisamente recente: BMW i3 (5.800), Volkswagen e-up! (5.365) ed e-Golf (3.328).
In Italia, la Leaf è stata commercializzata in 336 esemplari, un decimo dei quali (32) fa parte del mega ordine piazzato da Trasporti Integrati e Logistica (TIL) Srl di Reggio Emilia. La Smart Fortwo electric Drive nel Belpase è al secondo posto a quota 252. Solo poi arrivano Renault Zoe (155), BMW i3 (124) e Tesla Model S (53), il cui primo esemplare italiano era stato consegnato nell’autunno del 2013 a Paolo Vanzetto, un assicuratore vicentino. Fra le ibride (quasi mai plug-in), la Top Ten nazionale è sostanzialmente un monologo giapponese, perché Toyota piazza tre modelli (Yaris e Auris ai primi due posti con poco meno di 9.800 e quasi 8.000 unità: nessuna altra auto raggiunge una quota mille) e la controllata Lexus altri 4. In classifica anche Peugeot (settima con 3008 e nona con 508) e Mercedes (Classe E).