“Non puoi parlare con lui, ci sono i nostri portavoce”. Due parole, una spinta e il quaderno dove Thomas Ponte, giornalista di ‘Cronaca Qui’, viene sequestrato da un tassista. Gli appunti del cronista passano di mano e arrivano al servizio d’ordine della manifestazione nazionale organizzata a Torino dai tassisti contro Uber. Il quaderno viene restituito a Ponte, ma due tassisti gli intimano “andiamo a controllare cosa scrivi”. Subito dopo il servizio d’ordine si avvicina al tassista colpevole di aver parlato con la stampa, senza l’autorizzazione dei portavoce: “Te ne devi andare”. Appena le telecamere de ilfattoquotidiano.it hanno chiesto cosa fosse successo la scena si ripete. Spintoni e intimidazioni “non fotografare nulla”. Non servono a nulla i cartelli ispirati a “Je suis Charlie” che tanti manifestanti portano in mano di Cosimo Caridi
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