“Qualcuno è stato invitato a votare, altri hanno subito pressioni, minacce, e c’è chi, perfino, è stato accompagnato fisicamente alle urne”. Parla “di un clima di forte tensione” e accusa l’azienda “di ingerenza nelle operazioni di voto”, la Fiom Cgil, nei giorni in cui, alla Ferrari Auto Spa, sia nello stabilimento di Maranello, sia nello stabilimento di Modena (Scaglietti), si scelgono i nuovi rappresentanti sindacali aziendali. Il 16 e il 17 febbraio, infatti, in fabbrica si è votato per eleggere le rsa di Cisl, Fismic e Uil, firmatarie del contratto Fiat che invece la Fiom scelse di non siglare, al prezzo dell’espulsione da tutti gli stabilimenti del Gruppo, fino al reintegro imposto da una sentenza della Cassazione. “Siccome l’affluenza è bassa, perché molti lavoratori non vogliono votare né per la Cisl, né per la Uil, né per Fismic – spiega Paolo Ventrella, delegato Fiom e operaio Ferrari – l’azienda ha iniziato a fare pressioni sui suoi dipendenti, per cercare di cambiare la situazione”.

Un quadro, quello descritto dalla Fiom, che però Cisl e Uil smentiscono categoricamente. “Io non intendo prendere le distanze – replica Claudio Mattiello, segretario della Fim di Modena – perché non siamo all’asilo. Nessuno è stato accompagnato a votare, ma, come sempre è successo, l’azienda, tramite i propri preposti, cioè i dipendenti i più vicino alla linea sindacale, ha invitato i lavoratori a votare capendo l’importanza del voto. Ma questo accadeva anche prima del nuovo accordo sulla rappresentanza sindacale, firmato peraltro anche da Cgil. Era normale. La Fiom non ha accettato le regole, è un problema loro. Ciò che dicono è falso e tendenzioso, e per di più la partecipazione al voto è in linea con gli ultimi anni”. “I lavoratori Ferrari sono adulti e vaccinati che non sentono assolutamente pressione – è la risposta anche di Alberto Zanetti, segretario della Uilm di Modena – dipingerli come automi al comando dell’azienda è una responsabilità che si assume la Fiom. Io non seguo queste illazioni. Che nei reparti si discuta delle elezioni è probabile, ma non c’è stata nessuna forzatura”.

Da quando le tute blu rifiutarono di sottoscrivere il contratto Fiat, siglato invece da Cisl e Uil, secondo la Fiom “la situazione in tutti gli stabilimenti del Gruppo è tesa”: motivo per cui i tre sindacati non eleggeranno le loro rsa lo stesso giorno. Per Fim, Fismic e Uilm si è votato il 16 e il 17 febbraio, per la Fiom il 19 e il 20 febbraio. “A operazioni di voto iniziate, però – continua Ventrella – le prime proiezioni preannunciavano una bassa affluenza per i sindacati firmatari dell’accordo, così l’azienda ha mandato in giro per lo stabilimento i suoi capireparto affinché sollecitassero i lavoratori, in orario di lavoro, ad abbandonare le loro postazioni per recarsi a votare”. Il risultato, attaccano le tute blu, “è che qualcuno è semplicemente stato invitato ad andare alle urne, altri hanno subito pressioni, minacce, con i capireparto che tornavano ogni cinque minuti a verificare che avessero votato, e c’è chi è stato addirittura accompagnato fisicamente al seggio. E’ più di un’ingerenza, tanto che stiamo valutando, con i lavoratori che hanno subito queste pressioni, di presentare denuncia”. La Fiom il 19 e il 20 febbraio, quando i lavoratori saranno chiamati a scegliere le rsa tra le tute blu, ha detto che posizionerà un’urna all’interno della fabbrica e una all’esterno, davanti ai cancelli, così che tutti si sentano liberi di votare in tranquillità. “La nostra preoccupazione, tuttavia, è che l’azienda in quel caso tenti di indurre gli operai a non votare, per cercare di indebolirci”.

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