Un presidente della Repubblica di pacificazione per calmierare il Parlamento ellenico: è la mossa di Alexis Tsipras che, candidando il conservatore Procopios Pavlopoulos, consente di eleggere il successore di Karolos Papoulias con l’obiettivo di sedare il fronte politico interno, mentre quello esterno in direzione Eurogruppo segna sempre burrasca. Con 233 voti su 300 (ben più dei 180 richiesti dalla Costituzione) è stato eletto al primo turno l’ex ministro dell’interno del governo Karamanlis (anni Settanta) una personalità politica sì di centrodestra (quindi distante e distinta dal bacino di Syriza), ma molto dialogante e dall’alto profilo, che con Tsipras ha in comune la lotta all’austerità.
Docente di diritto amministrativo, questo 66enne originario del Peloponneso ha la presidenza della Repubblica nel destino, per aver servito nel 1974 come segretario di Mikalis Stasinopoulos, primo capo dello Stato dopo la caduta della giunta militare di Papadopoulos e Ioannidis. Si è formato all’università Parigi II, dove ha anche insegnato come visiting professor, prima di essere eletto deputato nel 1996 con i conservatori di Nea Dimokratia. E’stato viceministro e portavoce del governo nel 1989, direttore dell’ufficio legale del presidente Konstantinos Karamanlis l’anno dopo, fino alla partecipazione come ministro dell’interno nei due esecutivi Karamanlis jr, nel 2004 e nel 2007. Solo 30 voti per l’altro candidato sponsorizzato dai socialisti del Pasok e dal Potami del giornalista Teodorakis, il costituzionalista Nikos Alivizatos. Nel 2008 Pavlopoulos fu aspramente criticato dopo l’omicidio da parte di un poliziotto del 15enne Alexandros Grigoropoulos, che avviò una lunga serie di proteste e scontri di piazza con il centro di Atene trasformato in scenario di guerriglia urbana dagli estremisti incappucciati, i kukulofories. Nell’ultima settimana ha bruciato altri due candidati, l’attuale commissario europeo all’immigrazione Dimitris Avramopoulos (avversato da ampie frange di Syriza) e l’ex premier conservatore Kostas Karamanlis troppo filoputiniano, dicono alcuni.
Del neo presidente si ricordano la calma biblica anche nei momenti di maggiore tensione e le prese di posizione a favore del risarcimento tedesco alla Grecia per i danni di guerra, per cui in un lungo editoriale scritto alcuni mesi fa rispose direttamente all’arcigno ministro tedesco Schaeuble spiegando in dettaglio il motivo di quei 170 miliardi dovuti da Berlino ad Atene, tra prestito di occupazione e danni materiali e morali. Sulla stampa greca (Stokos.gr) però fa anche capolino una sua foto in grembiule durante una cerimonia di iniziazione massonica con l’ex premier (giovanissimo) Kostas Karamanlis.