Crisi in Libia e minaccia dell’Isis in Italia. Nel giorno della presentazione in Aula alla Camera dell’informativa sulla situazione a Tripoli del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, abbiamo voluto testare la preparazione sul tema dei parlamentari italiani che sono chiamati, secondo il dettame della Costituzione, a deliberare un eventuale stato di guerra. Oggi nel paese nordafricano regna il caos, destabilizzato da cruente lotte tribali che spianano la strada alla propaganda dell’Isis. Tripoli è in mano alle milizie filo-islamiche. Il governo legittimo insediatosi a Tobruk e capeggiato dal premier Abdullah Al Thani chiede un immediato intervento internazionale come anche l’Egitto di Abdel Fattah Al Sisi. Ma la confusione sulla situazione libica regna sovrana anche in Italia. Se alcuni deputati si sottraggono alle domande più elementari, altri regalano gaffe e strafalcioni. “Al Thani è capo dell’Isis” dice con sicumera l’onorevole del Pd Gero Grassi. Fabrizio Cicchito (Ncd) lo ribattezza “Al Sani” di Irene Buscemi
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