Pare che la libertà di satira vada bene solo quando è diretta contro l’Islam. Gravi polemiche ha innescato una vignetta del giornale greco che ritraeva il ministro delle Finanze tedesco Schäuble in uniforme da SS dichiarando che avrebbe fatto saponette dei Greci.
NS-Vergleich über Schäuble in Syriza-Parteizeitung-unerhörter griechischer Humor! @cducsubt @BMF_Bund pic.twitter.com/TRe0nRSQou
— Dr. Jan-Marco Luczak (@JM_Luczak) 12 Febbraio 2015
Il riferimento al nazismo non è per nulla casuale ed è più che giustificato. Intanto dal fatto che la Germania deve ancora pagare alla Grecia i danni di guerra provocati da una devastante aggressione ed occupazione. Poi dalla natura essenzialmente politica del meccanismo di dominio costituito dal debito. Per piegare un popolo a quanto voluto da un potere esterno non sono oggi sempre necessarie le Panzerdivisionen e le esecuzioni sommarie, basta un comitato di usurai internazionali che vuole imporre a ogni costo le sue fallimentari ricette che già hanno provocato enormi danni alla Grecia e a molti altri Paesi.
E’ oggi giusto e salutare ribellarsi al destino di miseria e recessione cui la Merkel e i suoi accoliti vogliono condannare l’Europa intera. Il nodo non è per nulla economico, ma è fortemente politico, come dovrebbe accorgersi chiunque non sia già completamente lobotomizzato.
Paul Krugman ha messo in evidenza come fosse del tutto inaccettabile la frase che l’Eurogruppo egemonizzato dai democristiani tedeschi voleva fosse sottoscritto dal governo greco: “Le autorità greche si sono impegnate ad assicurare un opportuno avanzo primario di bilancio al fine di garantire la sostenibilità del debito, in linea con gli obiettivi concordati nella dichiarazione dell’Eurogruppo del novembre 2012. Inoltre, qualsiasi nuova misura deve essere finanziata e non deve mettere a rischio la stabilità finanziaria”. Krugman aggiunge quanto segue: “Non c’era assolutamente modo che Tsipras e i suoi potessero firmare una dichiarazione del genere, e questo fa sorgere dei dubbi su cosa abbiano in mente di fare i ministri dell’Eurogruppo. Penso sia possibile che siano semplicemente folli — che non capiscano che la Grecia del 2015 non è l’Irlanda del 2010, e che questo genere di bullismo non funzionerà. In alternativa, e penso sia più probabile, potrebbero aver deciso di spingere la Grecia giù dal burrone. Piuttosto che cedere terreno preferiscono vedere la Grecia costretta a fare default e probabilmente ad uscire dall’euro, in un presunto disastro economico che dovrà servire da lezione per chiunque altro pensi di poter chiedere un’esenzione dai propri obblighi. In altre parole, starebbero cercando di imporre un equivalente economico della ‘pace cartaginese’ che la Francia volle imporre alla Germania dopo la Prima Guerra Mondiale. In ogni caso, la mancanza di buonsenso è incredibile e agghiacciante”.
In Germania, con le elezioni di Amburgo, che hanno visto una buona affermazione della sinistra, è cominciata la fine della signora Merkel. Anche questo è senza dubbio un risultato della linea di condotta coerente del governo Tsipras, destinata a disarticolare l’Europa attuale fra chi mette al primo posto gli interessi dei cravattari e chi vuole ancora dare senso ai diritti sociali. Il percorso dei primi finisce nel nulla e nello sfacelo complessivo. Di questo bisogna essere ben consapevoli.
Occorre avere pienamente la consapevolezza che il governo greco oggi difende, anche per noi, la libertà, la dignità e la civiltà di un interno continente. Non lasciamolo solo. Non sprechiamo questa occasione di cambiare verso all’Europa trasformandola finalmente in uno strumento al servizio dei suoi cittadini. La Grecia può farcela ancora. Per sé e per noi.