Il rapporto Noi Italia presentato dall'Istat evidenzia che il 23,4% dei nuclei presenta almeno tre sintomi di deprivazione. Il tasso di occupazione nella Penisola è sotto il 60% contro l'obiettivo del 75% che la Ue punta a raggiungere nel 2020
Una famiglia su 4 vive in situazione di disagio economico e un giovane su 4 è un cosiddetto “Neet”, cioè non è né lavoratore né studente. Sono alcuni degli aspetti che più spiccano nell’ampio rapporto Noi Italia presentato dall’Istat.”Il 23,4% delle famiglie vive in una situazione di disagio economico, per un totale di 14,6 milioni di individui”, si legge nel documento, aggiornato al 2013. L’anno prima comunque la percentuale era ancora più alta: 24,9%. Tornando al dato più recente, il 12,4% dei nuclei famigliari si trova in grave difficoltà. Quanto ai giovani, sono due milioni e mezzo gli italiani tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano: il 26% degli under 30, più di uno su 4. Nell’Unione europea peggio fa solo la Grecia (28,9%). Ne abbiamo il triplo della Germania (8,7%) e quasi il doppio della Francia (13,8%).
La crisi nelle famiglie
Per quanto riguarda la crisi, per le famiglie le statistiche si basano sull’indicatore di deprivazione, che scatta quando si presentano almeno tre “sintomi” (dopo i quattro si parla di seria deprivazione) su una lista di nove. Dal non poter sostenere spese impreviste ad accumulare arretrati nei pagamenti di mutui, affitti, bollette. Nel 2013 il 23,4% delle famiglie residenti in Italia presentava almeno tre delle difficoltà considerate e il 12,4% quattro o più, con differenze marcate tra i diversi indicatori: il 2,6% dichiarava di non potersi permettere l’acquisto di una lavatrice, un televisore a colori, un telefono o un’automobile, mentre il 50,4% per motivi economici non poteva trascorrere una settimana di vacanza lontano da casa. Circa il 19% diceva di non riuscire a riscaldare adeguatamente l’abitazione e il 14,5% di non potersi permettere un pasto adeguato almeno ogni due giorni. Infine il 12% è rimasto in arretrato con almeno un pagamento e il 40,5% non sarebbe riuscito ad affrontare una spesa imprevista di 800 euro. Il panorama territoriale mette in evidenza il forte svantaggio dell’Italia meridionale e insulare, con valori più che doppi rispetto alla media nazionale. Nel Mezzogiorno, le famiglie deprivate sono il 40,8% di quelle residenti, contro il 15,4% del Nord-ovest, il 13,1% del Nord-est e il 17,3% del Centro. Le situazioni più gravi si registrano in Sicilia (50,2), Puglia (43), Calabria e Campania (38,8). I valori più bassi invece si ritrovano nella provincia autonoma di Trento (10,6), nel Veneto (12,1), in Piemonte (12,2), in Toscana (12,5) e in Emilia-Romagna (14,1).
Tasso di occupazione sotto il 60%, l’obiettivo Ue è del 75%
In Italia lavorano meno di 6 persone su 10 tra i 20 e i 64 anni. Nel 2013, infatti, il tasso di occupazione per questa fascia d’età è calato, scendendo sotto quota 60%. Nella graduatoria europea, solamente Grecia, Croazia e Spagna presentano valori inferiori. L’indicatore per altro è considerato strategico dalla Commissione Ue, il cui obiettivo sarebbe raggiungere il 75% per il 2020. In Italia sono oltre 10 milioni le persone in condizioni di povertà relativa, che presentano una spesa per consumi inferiore alla soglia di riferimento. Si tratta del 16,6% della popolazione. La povertà assoluta, che non consente di avere standard di vita accettabili, coinvolge invece il 7,9% delle famiglie, per un totale di circa 6 milioni di cittadini.