Humor e letteratura, questi i due ingredienti principali che Harold Wallace Ross voleva nella sua rivista nuova di zecca. Nell’inverno del 1925, appena rimpatriato dal fronte della Grande guerra, decide di fondare The New Yorker insieme alla moglie e con l’aiuto finanziario di pochi ma fedeli amici, non sapendo che sarebbe diventata una delle pubblicazioni più prestigiose del mondo.
Già dal primo numero si impone la peculiare identità della rivista che è arrivata pressoché intatta fino ai giorni nostri. A 90 anni di distanza da quel 21 febbraio, il New Yorker mantiene ancora uno stile inconfondibile grazie al tocco del suo primo editore artistico Rea Irvin, creatore della copertina con il dandy americano Eustace Tilley sul primo numero. Lo stesso che viene raffigurato oggi in nove diverse versioni nel numero speciale che l’attuale editore David Remnick ha voluto pubblicare per festeggiare il90° compleanno.
La prima copertina del New Yorker
Vignetta di Peter Arno
Il secondo ingrediente, quello letterario, deriva dall’inesauribile e rigoroso lavoro di scouting portato avanti dai vari responsabili editoriali che si sono susseguiti negli anni. Molti tra i più famosi scrittori americani (e non) del secolo scorso sono nati sulle pagine del New Yorker, vedendo pubblicate le loro prime opere inedite quando erano ancora dei perfetti sconosciuti. Altri hanno solidificato il loro nome come collaboratori fissi della rivista, dandole al contempo lustro e prestigio. Parliamo di figure del calibro di S.J. Perelman, Robert Benchley, John O’Hara, Edmund Wilson, J.D. Salinger, John Updike, Rebecca West, Dorothy Parker, Alice Munro, Jane Kramer, Woody Allen, John McPhee, e Milan Kundera – solo per citarne alcuni.
Nonostante le prime pagine siano dedicate alla vita culturale della città di New York, sotto forma di guida agli appuntamenti di cinema, concerti, mostre, libri e happening di tutti i tipi, i lettori spaziano da una capo all’altro degli Stati Uniti e in tutto il mondo. Il resto della rivista è infatti popolato da commenti su argomenti caldi di politica interna o internazionale, economia, cultura, stili di vita. Poi le rubriche e i racconti inediti, lunghe letture in via di estinzione nell’attuale panorama editoriale schiacciato dalle regole del web che impongono velocità, informazioni frammentate e semplicità di linguaggio. Ogni storia ospita la sua vignetta, fino al “Cartoon caption contest” dell’ultima pagina che di settimana in settimana – stimolando l’umorismo dei lettori – raccoglie le proposte per accompagnare un disegno senza battuta.
Famose per la loro cura e bellezza, le copertine disegnate di volta in volta da un artista diverso hanno raccontato in quasi cento anni il passare delle stagioni, le feste, la cultura americana e gli eventi più importanti, come quella dedicata all’attentato dell’11 settembre, disegnata dal fumettista e Premio Pulitzer Art Spiegelman, con la collaborazione della moglie Françoise Mouly. (Per inciso da pochi mesi la redazione della rivista ha traslocato al 38° piano del One Workd Trade Center, il nuovo grattacielo che sorge a Ground Zero).
Da quel tragico giorno le copertine dedicate all’attualità sono aumentate. A settembre dell’anno scorso una copertina del pittore Eric Drooker mostrava un gruppo di persone con le mani in alto, a ricordare il gesto diffuso tra i manifestanti durante le proteste a Ferguson, in Missouri, in seguito all’uccisione di un 18enne afroamericano da parte di un poliziotto. Tuttora art director del New Yorker, Mouly ha spiegato che le copertine legate all’attualità riescono ad “avere senso per due settimane, due mesi o anche 200 anni”.
E allora, caro New Yorker, cento di questi 90 anni
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico
La Redazione
Almaty, 17 feb. (Adnkronos/Afp) - Sette persone sono rimaste intrappolate in una miniera di rame nel Kazakistan centrale a causa di un crollo. Lo hanno reso noto le autorità locali, aggiungendo che sono in corso le operazioni di soccorso. Secondo quanto riportato dai media kazaki, l'incidente è avvenuto a una profondità di circa 640 metri.
"A causa della rottura dei cavi, al momento non c'è comunicazione con i lavoratori", ha affermato in una nota il gestore della miniera, Kazakhmys. Non è stato specificato quando è avvenuto l'incidente, ma si è verificato presso lo stabilimento "Zhomart" dell'azienda, inaugurato nel 2006 nella regione centrale di Ulytau.
Roma, 17 feb. (Adnkronos) - Giorgia Meloni ha lasciato il vertice di Parigi senza alcuna dichiarazione all'uscita. Per il momento non c'è una valutazione in chiaro da parte della presidente del Consiglio. Ma a Roma, a Montecitorio, le opposizioni incalzano e chiedono alla premier di venire in aula a chiarire in Parlamento cosa sta accadendo e quale è la linea dell'Italia nello sconquasso provocato dalle mosse dell'amministrazione Trump in Europa e sul fronte del conflitto ucraino. Pd, Movimento 5 Stelle e Avs si fanno portatori della richiesta. I 5 Stelle chiedono comunicazioni in aula con un voto.
"La presidente Meloni deve venire in aula a riferire su quanto sta accadendo. Su quella -dice Nicola Fratoianni- che potrebbe diventare la road map per una pace, per un cessate il fuoco, per un accordo in Ucraina. Si annuncia a Riad l'incontro tra la delegazione americana e quella russa. Un incontro in cui l'Europa non esiste e penso che questo sia un problema di cui il Parlamento, tutto il Parlamento, dovrebbe discutere. Non c'è tempo da perdere".
A nome del Pd parla il responsabile Esteri, Peppe Provenzano: "Giorgia Meloni deve venire in Aula, perché siamo alla fine del mondo di ieri", esordisce. "Gli alleati che ci avevano aiutato a liberarci dall'abisso del nazifascismo, oggi spalleggiano gli estremisti di destra, nostalgici del nazismo, in Germania. L'idea di escludere l'Europa dal negoziato per la pace in Ucraina è un attacco diretto al nostro continente". Di fronte a tutto questo, incalzano i dem, la premier "deve dirci da che parte vuole stare". Provenzano richiama "l'improvvida solitaria presenza della premier alla cerimonia giuramento di Trump", modo per sottolineare un "rapporto privilegiato" con la nuova amministrazione. Ma "in pochi giorni si è aperta una voragine nell'Atlantico" E "l'Italia deve scegliere da che parte stare. Il governo deve dirci da che parte vuole stare. Se partecipare al rilancio di un necessario protagonismo dell'Europa o continuare a stare dalla parte di chi vuole picconare la nostra costruzione comune".
E se il Pd conferma la linea del supporto a Kiev insieme alla richiesta di uno sforzo diplomatico europeo, i 5 Stelle rivendicano di sostenere "da tempo che andava trovata una soluzione diplomatica". Fino "a pochi mesi fa la premier Meloni diceva che con Putin era inutile parlare. Mi chiedo se ora direbbe lo stesso anche a Trump. Vogliamo delle comunicazioni del governo sulle novità della situazione ucraina, e le vogliamo con voto. Vorremmo sentire almeno per una volta Giorgia Meloni. La aspettiamo''.
Sul punto è poi tornato anche il capogruppo M5S, Riccardo Ricciardi, quando tutta l'aula si è alzata per una standing ovation in solidarietà al presidente Sergio Mattarella per gli attacchi subiti da parte del governo russo. Ricciardi nel dare solidarietà sottolinea però che il passaggio fatto dal capo dello Stato a Marsiglia, "che sicuramente è stato male interpretato, è un passaggio che noi non avremmo fatto perché dà la leva alla narrazione che da più due anni si sta facendo in Italia e in Europa, che giustifica il continuo invio di armi per continuare una guerra che ora si rendono tutti conto dovrà arrivare a una trattativa".
A stretto giro la replica in aula del capogruppo Fdi, Galeazzo Bignami: "Sono maldestri i tentativi di qualcuno di aprire, anche su questo, una distinzione che non ha ragione d’essere perché ci sarà tempo e modo di poter discutere se la trattiva di pace” sull’Ucraina “si aprirà grazie magari all’invio delle brigate del reddito di cittadinanza o grazie al fatto che qualcuno è stato al fianco di Kiev, grazie alla postura di questo governo, in continuità anche rispetto a quando voi avevate votato a favore dell’invio di armi".
Riad, 7 feb. (Adnkronos/Afp) - La delegazione russa, tra cui il ministro degli Esteri Sergei Lavrov e il consigliere del Cremlino Yuri Ushakov, è arrivata in Arabia Saudita per colloqui di alto livello con funzionari statunitensi. Lo ha riferito la televisione di Stato russa.
Il canale di notizie Rossiya 24 ha mostrato i funzionari sbarcare da un aereo nella capitale saudita Riad. "La cosa principale è iniziare una vera normalizzazione delle relazioni tra noi e Washington", ha detto Ushakov a un giornalista dopo l'atterraggio.
Roma, 17 feb. (Adnkronos) - "La Lega, da sempre sincera sostenitrice della pace, confida che in Europa prevalga il buonsenso, anche grazie all’azione di un governo italiano forte e compatto. Incomprensibili gli attacchi di certa sinistra contro il Presidente Trump, che in poche settimane ha fatto - per la pace e la stabilità dell’intero Occidente - più di Biden in anni interi. Dopo troppi morti è l’ora di voltare pagina: il nemico non è Trump ma chi non vuole mettere fine ai conflitti". Così fonti della Lega.
Milano, 17 feb. (Adnkronos) - Più di un sospetto. Non c'è solo una testimone, ma anche una telecamera dello stabile in cui è avvenuto il delitto che rischia di aggravare la posizione Raffaele Mascia, 21 anni, che sabato pomeriggio 15 febbraio avrebbe ucciso in una panetteria di piazza Gambara a Milano Ivan Disar e avrebbe ferito in modo grave un altro ucraino.
La telecamera posta sul retro del negozio lo mostra mentre si allontana con la pistola (non denunciata) presa, poco prima, sempre dal retro, per 'rispondere' a una banale discussione nata con i due clienti. Sono in quattro - la donna, i due amici e il presunto assassino - quando il 21enne avrebbe impugnato l'arma e sparato ripetutamente. Il padre del giovane era impegnato sul retro a scaldare delle pizze e non avrebbe visto nulla. Sull'omicidio, il fascicolo è affidato al pm Carlo Parodi, indaga la squadra Mobile.
Milano, 17 feb. (Adnkronos) - E' fissata per il prossimo 25 marzo, davanti alla quinta sezione della Cassazione, l'udienza pubblica per discute del ricorso presentato dai legali di Olindo Romano e Rosa Bazzi, condannati all'ergastolo per la strage di Erba, contro la decisione della Corte d'appello di Brescia di dichiarare "inammissibile" l'istanza di revisione. La difesa, con in testa il legale Fabio Schembri, riproporrà in Cassazione la questione delle "nuove prove", finora non ammesse, che a dire degli avvocati dei coniugi Romano scagionerebbero la coppia condannata in via definitiva per il quadruplice omicidio dell'11 dicembre 2006.
Podgorica, 17 feb.(Adnkronos) - Il Montenegro "è un Paese, come tutti quelli rivieraschi sull'Adriatico, per noi particolarmente importante, perché siamo non separati ma uniti dall'Adriatico". Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, incontrando una rappresentanza della collettività italiana, primo appuntamento della sua visita ufficiale che culminerà domani con i colloqui con l'omologo montenegrino, Jakov Milatovic.
"Questo nel tempo ha avuto scambi e relazioni costanti, profonde -ha aggiunto il capo dello Stato- che da tempo ormai stiamo trasformando in collaborazione operativa di carattere politico, economico, culturale. L'attaccamento del Montenegro al nostro Paese è crescente" e "questo dimostra che le indicazioni che traggono, l'esempio fornito dai nostri connazionali che operano qui è altamente positivo e apprezzato. Il messaggio che date con la vostra attività si riverbera direttamente sulla credibilità, sul prestigio della Repubblica".
"La vostra presenza penso che si intensificherà sempre di più -ha concluso Mattarella- con l'avvicinarsi dell'ingresso del Montenegro nell'Unione europea e sarà ancora di più, quando questo avverrà, ma i tanti versanti in cui già si svolge la collaborazione sono il segno di quanto sia promettente questa collaborazione".
Paola Porciello
Giornalista e web manager
FQ Magazine - 19 Febbraio 2015
‘The New Yorker’, cento di questi 90 anni
Humor e letteratura, questi i due ingredienti principali che Harold Wallace Ross voleva nella sua rivista nuova di zecca. Nell’inverno del 1925, appena rimpatriato dal fronte della Grande guerra, decide di fondare The New Yorker insieme alla moglie e con l’aiuto finanziario di pochi ma fedeli amici, non sapendo che sarebbe diventata una delle pubblicazioni più prestigiose del mondo.
Già dal primo numero si impone la peculiare identità della rivista che è arrivata pressoché intatta fino ai giorni nostri. A 90 anni di distanza da quel 21 febbraio, il New Yorker mantiene ancora uno stile inconfondibile grazie al tocco del suo primo editore artistico Rea Irvin, creatore della copertina con il dandy americano Eustace Tilley sul primo numero. Lo stesso che viene raffigurato oggi in nove diverse versioni nel numero speciale che l’attuale editore David Remnick ha voluto pubblicare per festeggiare il 90° compleanno.
Il secondo ingrediente, quello letterario, deriva dall’inesauribile e rigoroso lavoro di scouting portato avanti dai vari responsabili editoriali che si sono susseguiti negli anni. Molti tra i più famosi scrittori americani (e non) del secolo scorso sono nati sulle pagine del New Yorker, vedendo pubblicate le loro prime opere inedite quando erano ancora dei perfetti sconosciuti. Altri hanno solidificato il loro nome come collaboratori fissi della rivista, dandole al contempo lustro e prestigio. Parliamo di figure del calibro di S.J. Perelman, Robert Benchley, John O’Hara, Edmund Wilson, J.D. Salinger, John Updike, Rebecca West, Dorothy Parker, Alice Munro, Jane Kramer, Woody Allen, John McPhee, e Milan Kundera – solo per citarne alcuni.
Nonostante le prime pagine siano dedicate alla vita culturale della città di New York, sotto forma di guida agli appuntamenti di cinema, concerti, mostre, libri e happening di tutti i tipi, i lettori spaziano da una capo all’altro degli Stati Uniti e in tutto il mondo. Il resto della rivista è infatti popolato da commenti su argomenti caldi di politica interna o internazionale, economia, cultura, stili di vita. Poi le rubriche e i racconti inediti, lunghe letture in via di estinzione nell’attuale panorama editoriale schiacciato dalle regole del web che impongono velocità, informazioni frammentate e semplicità di linguaggio. Ogni storia ospita la sua vignetta, fino al “Cartoon caption contest” dell’ultima pagina che di settimana in settimana – stimolando l’umorismo dei lettori – raccoglie le proposte per accompagnare un disegno senza battuta.
Famose per la loro cura e bellezza, le copertine disegnate di volta in volta da un artista diverso hanno raccontato in quasi cento anni il passare delle stagioni, le feste, la cultura americana e gli eventi più importanti, come quella dedicata all’attentato dell’11 settembre, disegnata dal fumettista e Premio Pulitzer Art Spiegelman, con la collaborazione della moglie Françoise Mouly. (Per inciso da pochi mesi la redazione della rivista ha traslocato al 38° piano del One Workd Trade Center, il nuovo grattacielo che sorge a Ground Zero).
Da quel tragico giorno le copertine dedicate all’attualità sono aumentate. A settembre dell’anno scorso una copertina del pittore Eric Drooker mostrava un gruppo di persone con le mani in alto, a ricordare il gesto diffuso tra i manifestanti durante le proteste a Ferguson, in Missouri, in seguito all’uccisione di un 18enne afroamericano da parte di un poliziotto. Tuttora art director del New Yorker, Mouly ha spiegato che le copertine legate all’attualità riescono ad “avere senso per due settimane, due mesi o anche 200 anni”.
E allora, caro New Yorker, cento di questi 90 anni
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Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
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Almaty, 17 feb. (Adnkronos/Afp) - Sette persone sono rimaste intrappolate in una miniera di rame nel Kazakistan centrale a causa di un crollo. Lo hanno reso noto le autorità locali, aggiungendo che sono in corso le operazioni di soccorso. Secondo quanto riportato dai media kazaki, l'incidente è avvenuto a una profondità di circa 640 metri.
"A causa della rottura dei cavi, al momento non c'è comunicazione con i lavoratori", ha affermato in una nota il gestore della miniera, Kazakhmys. Non è stato specificato quando è avvenuto l'incidente, ma si è verificato presso lo stabilimento "Zhomart" dell'azienda, inaugurato nel 2006 nella regione centrale di Ulytau.
Roma, 17 feb. (Adnkronos) - Giorgia Meloni ha lasciato il vertice di Parigi senza alcuna dichiarazione all'uscita. Per il momento non c'è una valutazione in chiaro da parte della presidente del Consiglio. Ma a Roma, a Montecitorio, le opposizioni incalzano e chiedono alla premier di venire in aula a chiarire in Parlamento cosa sta accadendo e quale è la linea dell'Italia nello sconquasso provocato dalle mosse dell'amministrazione Trump in Europa e sul fronte del conflitto ucraino. Pd, Movimento 5 Stelle e Avs si fanno portatori della richiesta. I 5 Stelle chiedono comunicazioni in aula con un voto.
"La presidente Meloni deve venire in aula a riferire su quanto sta accadendo. Su quella -dice Nicola Fratoianni- che potrebbe diventare la road map per una pace, per un cessate il fuoco, per un accordo in Ucraina. Si annuncia a Riad l'incontro tra la delegazione americana e quella russa. Un incontro in cui l'Europa non esiste e penso che questo sia un problema di cui il Parlamento, tutto il Parlamento, dovrebbe discutere. Non c'è tempo da perdere".
A nome del Pd parla il responsabile Esteri, Peppe Provenzano: "Giorgia Meloni deve venire in Aula, perché siamo alla fine del mondo di ieri", esordisce. "Gli alleati che ci avevano aiutato a liberarci dall'abisso del nazifascismo, oggi spalleggiano gli estremisti di destra, nostalgici del nazismo, in Germania. L'idea di escludere l'Europa dal negoziato per la pace in Ucraina è un attacco diretto al nostro continente". Di fronte a tutto questo, incalzano i dem, la premier "deve dirci da che parte vuole stare". Provenzano richiama "l'improvvida solitaria presenza della premier alla cerimonia giuramento di Trump", modo per sottolineare un "rapporto privilegiato" con la nuova amministrazione. Ma "in pochi giorni si è aperta una voragine nell'Atlantico" E "l'Italia deve scegliere da che parte stare. Il governo deve dirci da che parte vuole stare. Se partecipare al rilancio di un necessario protagonismo dell'Europa o continuare a stare dalla parte di chi vuole picconare la nostra costruzione comune".
E se il Pd conferma la linea del supporto a Kiev insieme alla richiesta di uno sforzo diplomatico europeo, i 5 Stelle rivendicano di sostenere "da tempo che andava trovata una soluzione diplomatica". Fino "a pochi mesi fa la premier Meloni diceva che con Putin era inutile parlare. Mi chiedo se ora direbbe lo stesso anche a Trump. Vogliamo delle comunicazioni del governo sulle novità della situazione ucraina, e le vogliamo con voto. Vorremmo sentire almeno per una volta Giorgia Meloni. La aspettiamo''.
Sul punto è poi tornato anche il capogruppo M5S, Riccardo Ricciardi, quando tutta l'aula si è alzata per una standing ovation in solidarietà al presidente Sergio Mattarella per gli attacchi subiti da parte del governo russo. Ricciardi nel dare solidarietà sottolinea però che il passaggio fatto dal capo dello Stato a Marsiglia, "che sicuramente è stato male interpretato, è un passaggio che noi non avremmo fatto perché dà la leva alla narrazione che da più due anni si sta facendo in Italia e in Europa, che giustifica il continuo invio di armi per continuare una guerra che ora si rendono tutti conto dovrà arrivare a una trattativa".
A stretto giro la replica in aula del capogruppo Fdi, Galeazzo Bignami: "Sono maldestri i tentativi di qualcuno di aprire, anche su questo, una distinzione che non ha ragione d’essere perché ci sarà tempo e modo di poter discutere se la trattiva di pace” sull’Ucraina “si aprirà grazie magari all’invio delle brigate del reddito di cittadinanza o grazie al fatto che qualcuno è stato al fianco di Kiev, grazie alla postura di questo governo, in continuità anche rispetto a quando voi avevate votato a favore dell’invio di armi".
Riad, 7 feb. (Adnkronos/Afp) - La delegazione russa, tra cui il ministro degli Esteri Sergei Lavrov e il consigliere del Cremlino Yuri Ushakov, è arrivata in Arabia Saudita per colloqui di alto livello con funzionari statunitensi. Lo ha riferito la televisione di Stato russa.
Il canale di notizie Rossiya 24 ha mostrato i funzionari sbarcare da un aereo nella capitale saudita Riad. "La cosa principale è iniziare una vera normalizzazione delle relazioni tra noi e Washington", ha detto Ushakov a un giornalista dopo l'atterraggio.
Roma, 17 feb. (Adnkronos) - "La Lega, da sempre sincera sostenitrice della pace, confida che in Europa prevalga il buonsenso, anche grazie all’azione di un governo italiano forte e compatto. Incomprensibili gli attacchi di certa sinistra contro il Presidente Trump, che in poche settimane ha fatto - per la pace e la stabilità dell’intero Occidente - più di Biden in anni interi. Dopo troppi morti è l’ora di voltare pagina: il nemico non è Trump ma chi non vuole mettere fine ai conflitti". Così fonti della Lega.
Milano, 17 feb. (Adnkronos) - Più di un sospetto. Non c'è solo una testimone, ma anche una telecamera dello stabile in cui è avvenuto il delitto che rischia di aggravare la posizione Raffaele Mascia, 21 anni, che sabato pomeriggio 15 febbraio avrebbe ucciso in una panetteria di piazza Gambara a Milano Ivan Disar e avrebbe ferito in modo grave un altro ucraino.
La telecamera posta sul retro del negozio lo mostra mentre si allontana con la pistola (non denunciata) presa, poco prima, sempre dal retro, per 'rispondere' a una banale discussione nata con i due clienti. Sono in quattro - la donna, i due amici e il presunto assassino - quando il 21enne avrebbe impugnato l'arma e sparato ripetutamente. Il padre del giovane era impegnato sul retro a scaldare delle pizze e non avrebbe visto nulla. Sull'omicidio, il fascicolo è affidato al pm Carlo Parodi, indaga la squadra Mobile.
Milano, 17 feb. (Adnkronos) - E' fissata per il prossimo 25 marzo, davanti alla quinta sezione della Cassazione, l'udienza pubblica per discute del ricorso presentato dai legali di Olindo Romano e Rosa Bazzi, condannati all'ergastolo per la strage di Erba, contro la decisione della Corte d'appello di Brescia di dichiarare "inammissibile" l'istanza di revisione. La difesa, con in testa il legale Fabio Schembri, riproporrà in Cassazione la questione delle "nuove prove", finora non ammesse, che a dire degli avvocati dei coniugi Romano scagionerebbero la coppia condannata in via definitiva per il quadruplice omicidio dell'11 dicembre 2006.
Podgorica, 17 feb.(Adnkronos) - Il Montenegro "è un Paese, come tutti quelli rivieraschi sull'Adriatico, per noi particolarmente importante, perché siamo non separati ma uniti dall'Adriatico". Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, incontrando una rappresentanza della collettività italiana, primo appuntamento della sua visita ufficiale che culminerà domani con i colloqui con l'omologo montenegrino, Jakov Milatovic.
"Questo nel tempo ha avuto scambi e relazioni costanti, profonde -ha aggiunto il capo dello Stato- che da tempo ormai stiamo trasformando in collaborazione operativa di carattere politico, economico, culturale. L'attaccamento del Montenegro al nostro Paese è crescente" e "questo dimostra che le indicazioni che traggono, l'esempio fornito dai nostri connazionali che operano qui è altamente positivo e apprezzato. Il messaggio che date con la vostra attività si riverbera direttamente sulla credibilità, sul prestigio della Repubblica".
"La vostra presenza penso che si intensificherà sempre di più -ha concluso Mattarella- con l'avvicinarsi dell'ingresso del Montenegro nell'Unione europea e sarà ancora di più, quando questo avverrà, ma i tanti versanti in cui già si svolge la collaborazione sono il segno di quanto sia promettente questa collaborazione".