Si presume che una cosa che faccia impressione, crei disgusto o spaventi, venga evitata. Eppure i video diffusi dall’Isis di decapitazioni, omicidi e torture di ogni tipo vengono cliccati, guardati e condivisi da milioni di persone. La forza della propaganda effettuata dallo Stato Islamico opera un vero e proprio lavaggio del cervello. È così che lo ha chiamato anche Obama invocando l’aiuto dei cittadini islamici nella prevenzione al terrorismo, con azioni di contro-propaganda “specialmente online”. Il fenomeno desta preoccupazione a livello globale. Perché mai milioni di cittadini normali consumano regolarmente questo tipo di contenuti?
Il motivo per cui questi materiali brutali hanno tanto successo è psicologico e neurofisiologico. Si tratta di stimoli. I video terroristici, che hanno appunto lo scopo di spaventare, forniscono uno stimolo detto semplice. Come accade per le esigenze fisiologiche quali la fame, se la sua vita è minacciata, l’uomo ha una reazione semplice e immediata, quasi riflessa, istintiva. Si tratta come detto di una reazione, non di una azione. È passiva, quindi non faticosa e comunque soddisfacente.
È molto più facile eccitarsi per ira, rabbia, crudeltà, o per la passione di distruggere, che per amore e interesse attivo e produttivo. Con questo tipo di eccitamento l’individuo non ha bisogno di fare uno sforzo; non ha bisogno di avere pazienza e disciplina, di imparare, di concentrarsi, di sopportare la frustrazione, di esercitare il pensiero critico, di superare il proprio narcisismo e la propria avidità (Fromm 1973).
Se la persona non è riuscita a maturare, ad accettare lo sforzo emotivo e cognitivo per agire, anziché limitarsi a reagire, gli stimoli semplici sono sempre a portata di mano, oppure possono essere prodotti facilmente. Stimoli come incidenti, incendi, risse o guerre si possono leggere nei giornali, guardare alla tv, al cinema e ovviamente in Internet.
Gli stimoli attivanti, come un’opera classica, un hobby o una passione durano anni perché è la persona che li riceve a dargli sempre nuovi significati, esplorando il contenuto sotto ogni aspetto, approfondendolo. È attiva rispetto ad essi, non passiva. I contenuti con stimoli semplici hanno invece durata breve, vengono consumati velocemente. Per questo, una volta assuefatti per esempio di un certo livello di violenza gli utenti cercano scene sempre più cruente. Per lo stesso motivo gli spot televisivi, seppur pubblicizzino lo stesso prodotto, devono cambiare regolarmente per restare efficaci.
L’industria e la politica moderna operano quasi completamente con stimoli semplici. I regimi inoltre promuovono questo tipo di contenuti non solo per fare propaganda, ma anche per favorire l’ignoranza e la disinformazione, diseducando all’apprendimento.
Apprendimento significa penetrare oltre la superficie dei fenomeni fino a scoprirne le cause, scavando dietro la facciata delle ideologie ingannevoli fino ai fatti nudi, per arrivare a una approssimazione della realtà.
Questo avviene solo quando si recepiscono stimoli attivanti. L’ acquisizione di informazioni mediata dal condizionamento mentale è figlia dello stimolo semplice in cui la persona è invece influenzata dalla sua esigenza di autostima, di sicurezza, di successo, di approvazione.
L’unico modo per combattere la propaganda dell’Isis è dunque quello di promuovere una cultura dell’apprendimento, dell’informazione attiva. Se ciò avvenisse, oltre al terrorismo islamico sparirebbero molti altri problemi.