E’ tornato a casa Nicola Cammarano, 43 anni, sindaco di Rofrano (Salerno) e commercialista, che il 19 febbraio era stato arrestato dalla Guardia di finanza dopo che nel suo pc erano stati ritrovati video e foto di minori. Il gip non ha ritenuto che sussistessero i motivi per la custodia cautelare in carcere di Cammarano, che era stato rinchiuso nel carcere di Vallo della Lucania, ma che resta indagato. Alcuni cittadini del piccolo comune, dove risiedono 1700 persone, avevano organizzato in serata un presidio silenzioso sotto il Municipio per esprimere solidarietà nei suoi confronti.
E anche sui social network in molti lo difendono. “La sua innocenza sarà presto dimostrata”, scrivono alcuni utenti sulla pagina Facebook del Giornale del Cilento. E ancora: “Secondo me lo vogliono incastrare, non ci credo neanche se lo vedessi con i miei occhi. Nicola non è solo il sindaco di Rofrano ma è un uomo, un padre, un marito, un cittadino rofranese. Ma stiamo scherzando?”. E anche un dipendente comunale all’Ansa dice: “Abbiamo appreso la notizia ma per noi la vicenda lascia il tempo che trova. Non crediamo a quanto sta accedendo al primo cittadino”.
Il lavoro delle Fiamme Gialle è iniziato una settimana fa durante un controllo sulla contabilità del sindaco-commercialista. I computer del suo studio sono stati sequestrati. I militari li hanno scandagliati e si sono imbattuti nei file pedopornografici contenuti negli hard disk dei pc. Materiale che giovedì sera, poco prima dell’arresto, i finanzieri hanno cercato anche in casa di Cammarano. Le indagini sono condotte dal pm Ivana Niglio e dal procuratore capo di Vallo della Lucania, Giancarlo Grippo. Nelle prossime 48 ore il giudice per le indagini preliminari dovrà decidere se convalidare l’arresto o meno per il primo cittadino cilentano.