“Silvio Berlusconi è un bugiardo“. Luca Risso, ormai da tempo ex compagno di Ruby, è arrabbiato e su un post su Facebook, datato 19 gennaio, scrive cinque righe che per raccontare agli amici il suo disagio di padre della bimba avuta dalla giovane marocchina che partecipava alle cene eleganti di Arcore quando aveva 17 anni. “devo tornare…. sistemare la situazione di mia figlia che dopo 3 anni di amore dei nonni deve stare con una tata marocchina che non parla neanche italiano… in condizioni di vita non idonee alla sua età… dove l unico insegnamento è lo sperpero di denaro… dove chi deve educarla ha bisogno dello psichiatra ….e io ho le mie colpe… e devo tornare per dire sulla faccia a Silvio Berlusconi che è un bugiardo …” scrive Risso.
A pochi giorni dalle perquisizioni alle Olgettine e alla stessa Ruby nell’ambito del terzo filone del caso, quello per cui cui si indaga per corruzione in atti giudiziari, le parole dell’imprenditore genovese suonano come una profezia o quasi. Di questo “sperpero di denaro” è convinta anche la procura di Milano che ha accertato che Ruby negli ultimi tempi avrebbe fatto “spese folli”, molto al di là dei redditi dichiarati da lei e dall’ex compagno. E infatti per gli inquirenti milanesi il leader di Forza Italia elargisce ancora “14-15 mila euro al mese” alla giovane donna spacciata invano per la nipote dell’ex presidente dell’Egitto Hosni Mubarak.
Del resto solo pochi giorni fa i giudici d’appello nelle motivazioni della sentenza di secondo grado per il processo Ruby bis (quello in cui Fede, Mora e Minetti sono stati condannati) scrivevano che l’ex premier aveva pagato Karima per il suo silenzio. Una generosità, a quanto emerge dall’inchiesta ter, che non si sarebbe mai arrestata. Il fattoquotidiano.it ha provato a chiedere, tramite un messaggio, cosa volesse dire, ma Risso ha rifiutato di rilasciare un’intervista. A chi gli chiedeva spiegazioni di quel post l’uomo però aveva risposto: “…. Posso anche dirglielo in faccia…e ti posso promettere che starà zitto… e neanche gli passerà l’idea di denunciarmi”.
L’uomo punta il dito anche contro l’entourage dell’ex premier: “….a quanti che girano intorno a lui posso dire sulla faccia che sono dei falsi bugiardi… che finché gli servi ti usano, e dopo ti buttano… ma devono stare attenti perché non tutti poi stanno zitti…”. più avanti parlando dell’impossibilità di occuparsi della figlia aggiunge: “… sono stato ricattato, minacciato... e poi mi hanno promesso cose che uomini di merda non hanno mantenuto … se dovessi aprire il libro cambierei la storia di molte persone… Ma forse anche la mia e quella di mia figlia… E di questo si fanno forti”
Risso ne avrebbe di cose da raccontare. Entrato in scena a scandalo già esploso, aveva per esempio atteso Ruby che veniva interrogata da un “avvocato” (Luca Giuliante finito indagato nell’inchiesta ter, ndr) e “un emissario di lui” la notte tra il 6 e il 7 ottobre 2010, 20 giorni prima che l’inchiesta venisse rivelata con un articolo del Fatto Quotidiano e prima che ufficialmente gli avvocati dell’ex premier cominciassero le loro indagini difensive datate 3 novembre.
Risso, che dopo le annunciate nozze non ha sposato Ruby, a una amica aveva scritto diversi sms “Sono nel mezzo di un interrogatorio allucinante… Ti racconterò ma è pazzesco!”. Alla donna che lo invitava a ricordarsi “il grano” Risso rispondeva “io sono ancora qui… È sempre peggio, quando ti racconterò (se potrò…) ti renderai conto… Siamo solo a gennaio 2010 e in mezzo ci sono pezzi da novanta“. “C’è Lele, l’avvocato, Ruby, un emissario di Lui, una che verbalizza. Sono qui perché pensano che io sappia tutto”. Risso poi telefona “Eccomi, sono ancora qua. Ora sono sceso un attimino sotto, a far due passi… Lei è su, che si son fermati un attimino perché siamo alle scene hard con il pr… con la persona“. Intanto l’uomo è diventato imprenditore in Messico, dove in passato Ruby ha trascorso molto tempo. La Procura di Milano è pronta a eseguire una rogatoria in Messico per cercare elementi utili su alcune proprietà riconducibili a Ruby e che si trovano a Playa del Carmen: un ristorante, un pastificio e un paio di palazzine con appartamenti da affittare.
L’ex premier in secondo grado è stato assolto dall’accusa di concussione e da quella di prostituzione minorile. Per quest’ultimo reato in motivazione i giudici avevano scritto: “Ci fu prostituzione ma conoscenza età non assistita da adeguato supporto probatorio”. Nuove prospettive e nuove testimonianze sul caso potrebbero far rischiare all’ex Cavaliere un destino giudiziario diverso in Cassazione rispetto al verdetto di assoluzione incassato il 18 luglio 2014. Anche se il tempo è davvero poco perché il 10 marzo il processo approderà davanti ai supremi giudici. L’assoluzione in secondo grado era stata decisa dal collegio presieduto da Enrico
Tranfa che subito dopo il deposito della sentenza aveva rassegnato le sue dimissioni.