“Noi siamo pronti a rinnovare il patto di governo fino al 2018″. Il leader di Ncd Angelino Alfano, chiudendo i lavori della Winter School del partito al Sestriere, rivendica i risultati del suo movimento, “senza il quale non ci sarebbe questo governo che, con responsabilità, sta ottenendo risultati straordinari sulle riforme“. Chiede quindi al premier Matteo Renzi un patto di altri tre anni per portare a termine le riforme.
Si riferisce in particolare ai risultati che l’esecutivo ha portato a casa su articolo 18, Italicum e modifica della Costituzione. “Tutti atti concreti – ha detto il ministro dell’Interno – che possiamo sovranamente rivendicare con orgoglio”. Ritiene la presenza di Ncd all’interno del governo “un argine contro tutti i conservatorismi, di destra e di sinistra”, in particolare “contro posizioni come quelle di Damiano o della Camusso“. E attacca gli altri partiti di centrodestra che, anziché ottenere risultati “si limitano a liti e proclami”.
“Salvini – dice insieme a Lupi, anche lui ospite alla Winter School come Galletti e il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi – sta affossando il centrodestra, di certo non gli correremo dietro. Le sue ‘salvinate’ come quella di uscire dall’Europa – ha detto – non producono risultati, sono fatte solo per ottenere una manciata di voti”. Una proposta avanzata dal leader della Lega Nord anche a fronte della situazione libica per garantire all’Italia maggiore sicurezza. Ma per il ministro dell’Interno si tratta solo di “proclami utili a ottenere voti e niente più mentre noi responsabilmente ci poniamo l’obiettivo di ottenere risultati”.
Poi attacca ancora “i Salvini, i Grillo, i Vendola” che “urlano i loro ‘no'” mentre “noi affrontiamo i problemi”. E a supporto del senso di responsabilità che rivendica, cita anche Sant’Agostino, già ripreso da Maurizio Lupi: “La speranza ha due facce, la rabbia e il coraggio. Stiamo attenti a non essere vittime della prima”. “Reagire con rabbia – aggiunge – non significa affrontare i problemi in termini politici”. “Agire con coraggio, invece – precisano Alfano e Lupi – significa scegliere di passare dal 13 al 5% dei consensi in nome di un interesse superiore. In questo caso, l’interesse dell’Italia”.