La Bild celebra il successo del ministro delle Finanze di Berlino, mentre la Faz teme che Varoufakis possa "strapazzare l'accordo a suo vantaggio". Per lo Spiegel né Germania né Grecia hanno "vinto il jackpot" e secondo la Süddeutsche Zeitung tra i due Paesi "lo scambio di battute ha assunto toni da guerra"
“Un successo per Schäuble. I greci si inchinano”. Non poteva mancare il titolo enfatico della Bild-Zeitung, il quotidiano campione della stampa nazionalpopolare tedesca, da giorni impegnato nella difesa della linea rigorista portata avanti dal ministro delle finanze della Germania. Il giorno dopo l’accordo raggiunto tra la Grecia e gli altri paesi dell’Ue la Bild festeggia i colori nazionali. Gli interessi del contribuente tedesco sembrerebbero salvi. Anche se, a leggere bene tra le righe, non si intravedono argomenti precisi per l’esultanza del titolo. Senza contare uno scetticismo di fondo che i tedeschi non riescono proprio a scrollarsi di dosso quando si parla dei paesi dell’Europa del sud. “Troppo alto è il pericolo che Tsipras cercherà di aggirare con nuovi trucchi le decisioni di Bruxelles. In quel momento si pagheranno le conseguenze per non aver chiuso già da oggi il rubinetto dei crediti e aver decretato l’uscita della Grecia dall’euro”.
La Frankfurter Allgemeine Zeitung, il principale quotidiano economico conservatore, mantiene invece maggiore cautela. Non grida alla vittoria. Il ministro delle finanze greco, Yanis Varoufakis,”potrebbe strapazzare l’accordo a suo vantaggio. Laddove si tratta del bilancio pubblico nei prossimi anni, egli vede nel testo ‘ambiguità costruttive'”. Tanto quanto basta a togliere il sonno al mainstream incarnato dalla Frankfurter. “Non che questo accada raramente nell’Ue. Ma perlomeno si può essere sicuri che, in genere, i partner non mettano completamente in discussione gli accordi raggiunti“.
Chi ha vinto, chi ha perso. Difficile a dirsi anche secondo lo Spiegel, il settimanale collocato sul versante liberal e progressista. Se quella tra l’eurozona e la Grecia fosse stata una partita a poker, oggi nessuno dei due contendenti potrebbe rivendicare “d’aver vinto il Jackpot“. Entrambe le parti si sono affrettate a giudicare positivo il risultato raggiunto, ma i toni rimangono straordinariamente sobri. Non c’è il minimo entusiasmo, per esempio, nelle parole del ministro Wolfgang Schäuble: “Abbiamo tentato di costruire un accordo in maniera che la Grecia ne uscisse fuori e, al tempo stesso, noi non venissimo meno alla nostra responsabilità”.
Anche il ministro greco Varoufakis – giudica lo Spiegel – solitamente energico a parole, ha commentato con toni più filosofici che trionfali. “Abbiamo dimostrato che l’Ue può aiutare un paese come la Grecia a raggiungere un grado di libertà che per la democrazia è essenziale. Da oggi siamo co-autori del nostro destino”. Queste reazioni molto caute, continua il settimanale tedesco, non sorprendono. L’accordo è solo provvisorio e dilaziona di quattro mesi il programma corrente di aiuti. Per ora è scongiurato il rischio della bancarotta dello Stato greco, ma troppi dettagli rimangono aperti e le decisioni più importanti sono state rinviate.
“Assomiglia molto più a una tregua che a un trattato di pace”. Per il momento, da parte della Grecia, una sembrerebbe essere la concessione più gravosa: quella di dover concordare, passo per passo, qualunque riforma il governo neoeletto dovesse intraprendere da qui ai prossimi mesi. Una concessione estorta con la “forza”, secondo lo Spiegel, dato che Syriza, il partito del neo premier greco, aveva condotto tutta la campagna elettorale contro il programma di aiuti della Troika e promesso agli elettori una rinegoziazione del debito. Cosa che al momento “non è più oggetto di trattativa”.
L’altro dei più noti quotidiani tedeschi, la Süddeutsche Zeitung, scende invece in campo contro lo stile da crociata adottato nel corso della trattativa. “Lo scambio di battute tra Atene e Berlino ha assunto toni da guerra che non si addicono all’Europa. Non si trattava soltanto di miliardi, ma di qualcosa di troppo umano: ognuno voleva aver ragione”. Ora la Grecia ha una seconda chance. “Il governo greco deve battere cassa ai detentori dei grandi patrimoni e provvedere a uno stato funzionante. Deve assumersi la responsabilità per i necessari rigori che derivano dal sanare i conti pubblici. Non può scaricarli sui partner dell’eurozona”.
Nessuna concessione, quindi, al programma con cui il governo greco ha vinto le elezioni. Per la Süddeutsche Zeitung la Grecia “non può azzerare le riforme di riduzione della spesa pubblica intraprese dai predecessori”, “non se lo può permettere”. Questa è per Atene “l’ultima chance per evitare la catastrofe”.
Qualche voce critica in dissenso con il mainstream dominante comincia però a emergere – e non solo nei commenti facebook sulle pagine dei principali quotidiani. Die Tageszeitung, ad esempio, da sfogo all’opinione controcorrente e si scaglia contro Schäuble. Il ministro delle finanze è accusato di aver imposto al nuovo governo greco “un’agenda impossibile” e di aver precluso “l’orizzonte per una diversa, migliore politica“. Il “dramma del debito” andrà avanti e anche il “dramma politico che, da anni, grava sull’Europa, continuerà”».Il programma per salvare la Grecia si è trasformato “da un’offerta di aiuti in uno strumento di tortura”.