“A quanti hanno scelto la via del male e sono affiliati a organizzazioni malavitose rinnovo il pressante invito alla conversione”. È l’appello che Papa Francesco ha voluto rivolgere ricevendo in udienza, nell’aula Paolo VI, in Vaticano, 7mila fedeli della diocesi di Cassano allo Jonio accompagnati dal loro vescovo, monsignor Nunzio Galantino, che è anche segretario generale della Cei. Ai boss mafiosi il Pontefice ha ricordato che “il Signore vi aspetta e la Chiesa vi accoglie se, come pubblica è stata la vostra scelta di servire il male, chiara e pubblica sarà anche la vostra volontà di servire il bene”. Durante l’udienza, infatti, Bergoglio ha voluto riprendere la dura scomunica ai mafiosi pronunciata proprio nella più piccola diocesi calabrese, il 21 giugno 2014. Un anatema di gran lunga superiore a quello pronunciato, 21 anni prima, da san Giovanni Paolo II ad Agrigento, un anno dopo gli omicidi mafiosi dei magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Nell’udienza ai fedeli di Cassano, però, Francesco ha voluto anche condannare gli ormai frequenti “inchini” durante le processioni locali del Sud Italia ai boss malavitosi e lo spaccio della droga. “Chi ama Gesù, – ha affermato il Papa – chi ne ascolta e accoglie la parola e chi vive in maniera sincera la risposta alla chiamata del Signore non può in nessun modo darsi alle opere del male. Non si può dirsi cristiani e violare la dignità delle persone; quanti appartengono alla comunità cristiana non possono programmare e consumare gesti di violenza contro gli altri e contro l’ambiente. I gesti esteriori di religiosità non accompagnati da vera e pubblica conversione non bastano per considerarsi in comunione con Cristo e con la sua Chiesa. I gesti esteriori di religiosità non bastano per accreditare come credenti quanti, con la cattiveria e l’arroganza tipica dei malavitosi, fanno dell’illegalità il loro stile di vita”.
Per il Papa “occorre l’impegno coraggioso di tutti, a iniziare dalle istituzioni, affinché la bellezza della vostra terra non sia sfregiata in maniera irreparabile da interessi meschini”. Francesco ha voluto ringraziare anche la “Comunità Emmanuel” che nella diocesi di Cassano accoglie “giovani devastati dalla droga”. “Mettendovi al fianco di giovani e adulti soggiogati dalle dipendenze, – ha detto loro Bergoglio – voi avete abbracciato Gesù sofferente e avete seminato la speranza. Ai giovani non può essere impedito di sperare; a quanti vivono l’esperienza del dolore e della sofferenza occorre offrire segni concreti di speranza”. Infine, l’invito del Papa alle “comunità cristiane a essere protagoniste di solidarietà, a non fermarsi di fronte a chi, per mero interesse personale, semina egoismo, violenza e ingiustizia. Opponetevi alla cultura della morte e siate testimoni del vangelo della vita! La luce della parola di Dio e il sostegno dello Spirito Santo vi aiutino a guardare con occhi nuovi e disponibili alle tante nuove forme di povertà che gettano nella disperazione tanti giovani e tante famiglie”.
Twitter: @FrancescoGrana