“Non nutro particolari speranze positive”. Il realismo del sindaco Pizzarotti circa il presente e il futuro prossimo del Parma calcio aggiunge un altro tassello a una vicenda dai contorni ormai grotteschi. All’indomani della decisione di non far disputare il match tra i ducali e l’Udinese per mancanza dei requisiti minimi di sicurezza (il club non ha i soldi pagare gli steward), il primo cittadino ha raccontato la sua versione dei fatti e alcuni particolari inediti ai microfoni di Sky Sport. E non le ha mandate a dire. “Si è perso troppo tempo, ora serve chiarezza. Si è incrinato il rapporto di fiducia con i tifosi e la città” è stato il parere di Pizzarotti a proposito del neo patron del club ducale Giampietro Manenti. “E’ diritto di tutti aspettare, ma giorno per giorno penso che la situazione emergerà, ma non nutro particolari speranze positive”, ha aggiunto il primo cittadino della città emiliana. Che ha annunciato le prossime, disperate mosse per tentare di salvare il salvabile: “Ora ogni giorno andremo con gli avvocati della Figc e dell’Aic per fare il punto e seguire come si evolve la situazione. Per ora non ho visto nulla che mi tranquilizzi dal punto di vista economico”.
Tornando sull’incontro di ieri con giocatori e società, Pizzarotti ha raccontanto: “I toni si sono scaldati, non si può acquistare una squadra come il Parma in una condizione difficile e non avere chiaro che serve organizzazione e tempo per fare arrivare i soldi dall’estero”. Parole pesanti quelle del sindaco, che ha parlato di “senso di impreparazione percepibile da tutti”. Il primo cittadino, poi, ha sottolineato quello che sarà il suo ruolo nel momento contingente: “Ora dobbiamo accelerare i tempi anche per altre possibili soluzioni – ha dichiarato – giocatori e tifosi sono pronti anche alle soluzioni più spiacevoli (il fallimento, ndr). Io proverò ad essere al fianco di tutti – ha detto – noi come territorio non abbiamo potere reale, ma possiamo solo fare pressione come territorio e istituzioni”. Per Pizzarotti “il primo problema è arrivare alla fine del campionato e sarà necessario trovare una soluzione comune. Da giugno se non arriveranno le risorse si apre lo scenario del fallimento, ma lo strumento giuridico dipenderà dallo scenario che si delineerà”. Infine l’attacco frontale alla Lega Calcio, che “non può nascondersi dietro il paravento di una gestione passata che ha lasciato sicuramente tante ombre, ma ora è il momento di fare chiarezza”.
Tavecchio (Figc): “Campionato non sarà falsato”
Chi invece si mostra ottimista sulla regolarità del campionato è il presidente della Figc Carlo Tavecchio: “In questo momento i fatti gravi fanno riflettere. Faremo di tutto per fare in modo che non si ripetano, tutti abbiamo delle responsabilità ed è inutile fare j’accuse – ha detto – Vedremo cosa succederò dal punto di vista tecnico ma il campionato non credo che sarà falsato“.
Lega Calcio: “Sistema italiano tra i più efficienti d’Europa”
La Figc e la Lega hanno applicato “rigorosamente le norme esistenti” e il sistema italiano “è uno dei più efficienti in Europa“. E’ quanto scrive la Lega Serie A in un comunicato sul caso del Parma e in merito alla presunta carenza di controlli da parte delle istituzioni sportive. La Lega A sottolinea che “il sistema di controllo ha accertato, alla fine dello scorso mese di giugno, la sussistenza delle condizioni per l’ammissione del Parma FC al campionato 2014/2015” e ricorda di essersi “immediatamente resa disponibile a partecipare al tavolo di crisi aperto dalla Figc all’indomani della presentazione, il 18 febbraio scorso, dell’istanza di fallimento della società da parte della Procura di Parma”.
“Sul piano più strettamente sportivo -spiega la Lega-, da oltre vent’anni l’ordinamento della Figc regola nello stesso modo il caso, che ovviamente tutti si augurano non si verifichi mai, del ritiro di una società in corso di campionato: qualora tale circostanza si manifesti nel girone di andata, tutte le gare in precedenza disputate non hanno valore per la classifica, che viene formata senza tenere conto dei risultati delle gare della società rinunciataria; se, invece, il ritiro interviene nel girone di ritorno (come eventualmente nel caso del Parma, ndr), tutte le restanti gare sono considerate perse a tavolino”. La regola fu introdotta all’unanimità dal consiglio federale nel 1993/1994 dopo che l’Arezzo, nella stagione precedente, era stato escluso dal campionato di C1 dopo avere disputato 27 partite, tutte annullate.