L’11 gennaio scorso in un mercato della stessa città due bambine kamikaze erano esplose causando tre morti. Oggi a Potiskum nel nord-est della Nigeria una bambina, descritta dai testimoni di meno di 8 anni, si è fatta saltare in aria fuori da un mercato uccidendo almeno cinque persone e ferendone una dozzina.
Secondo l’emittente Al Jazeera, che citando testimoni, la ragazzina ha tirato fuori la bomba ad un checkpoint, dopo una discussione nata dal suo rifiuto di farsi controllare. L’azione non è stata rivendicata, ma porta i segni distintivi del gruppo Boko Haram. L’uso di attentatrici, a volte bambine, è una tattica comune degli estremisti islamici nigeriani dall’anno scorso.
La città di Potiskum è stata frequentemente attaccata dal gruppo sunnita jihadista Boko Haram. Proprio per l’intensificarsi degli attentati le previste elezioni presidenziali sono state rinviate al 28 marzo. I terroristi però non allentano la morsa sugli abitanti del nord est del Paese. Nelle settimane scorse è stato registrato un vero e proprio esodo verso i confini di Camerun, Ciad e Niger altre migliaia di persone. Ma i jihadisti dilagano anche oltre frontiera.
Il gruppo ormai imperversa in un’area ben più ampia dello stato nordorientale di Borno, dove è nata, una regione incuneata fra Camerun, Ciad e Niger: i miliziani passano sempre più spesso i labili confini soprattutto con il nord del Camerun, un tempo zona poverissima ma tranquilla ed ora assolutamente bandita agli occidentali.