Cultura

Anna de Rosa, la pittrice eco-sostenibile che dipinge con materiali di riciclo: “La mia musa è Frida”

Per i suoi quadri usa stoffe, compensati, tele abbandonati e tutto quello che viene buttato via: "“Io sono invalida e vivo solo con una pensione, per questo spesso non posso permettermi di acquistare il materiale necessario a dipingere”, spiega. “Un giorno avevo terminato i colori a olio e mi sono chiesta: come faccio ora? Poi girando per casa ho trovato degli avanzi di fondotinta e ho pensato: vediamo che effetto fa sulla tela”

di Ludovica Liuni

Occhi che guardano al mondo, occhi che sembrano veri. Invece è pittura, quella di Anna De Rosa, salernitana di nascita e di vita. Il suo è un mondo fatto di colori vivi e intensi, di immagini che raccontano la vita di tutti i giorni. “Fin da piccola ho subito una forte attrazione verso il disegno: osservavo le cose e sentivo l’urgenza di riportarle su un foglio”, racconta a FQ Magazine. Così è iniziato il suo cammino nel mondo dell’arte, un percorso sfaccettato: “Con la pittura io racconto delle storie”, spiega.

Solo di arte, spesso, non si vive, ma la De Rosa non ha mai riposto i pennelli in un cassetto: “Per molto tempo ho fatto la muralista (movimento pittorico messicano, ndr) e qui è nato il mio amore per Frida Kahlo”, ricorda. Un’ispirazione sempre viva: “E’ la mia musa, con la mia pittura cerco di riprendere il suo stile realistico-naif”, spiega. Le sue numerose tele illustrano storie quotidiane; le abitudini e l’erotismo, i paesaggi e la natura.
Poi c’è il discorso del riciclo: “Da sempre recupero quello che ho e quello che viene buttato via per dipingere: stoffe, compensati, tele abbandonate”, racconta. E da qualche tempo anche i cosmetici: “Io sono invalida e vivo solo con una pensione, per questo spesso non posso permettermi di acquistare il materiale necessario a dipingere”, spiega. “Un giorno avevo terminato i colori a olio e mi sono chiesta: come faccio ora? – ricorda -, poi girando per casa ho trovato degli avanzi di fondotinta e ho pensato: vediamo che effetto fa sulla tela”.

Un esperimento andato a buon fine, che l’ha spinta a provare anche altri tipi di trucchi: “Matite, rossetti, smalti, tutto si presta benissimo alla pittura”. Con il tempo ha anche studiato le potenzialità di ogni cosmetico: “Gli ombretti vanno lavorati con l’olio di semi, perché sono polveri”, spiega. Nel quadro “Andrea”, ad esempio, i capelli del protagonista sono stati realizzati con avanzi di rimmel: “I cosmetici si asciugano bene e basta utilizzare uno spray fissante perché i colori restino intatti, ma funziona anche la lacca”, ammette. Ma per Anna De Rosa la pittura è un riscatto o una missione?: “La pittura per me è meditazione, perché mi permette di entrare in contatto con me stessa e con altri mondi”. L’arte, tuttavia, è anche un modo per dare attenzione alle categorie più deboli: “Da sempre mi sento solidale con chi ha bisogno – racconta -, per questo spesso ho dipinto murales per alcune associazioni benefiche”.

“In un centro medico per la salute mentale ho decorato un muro con delle finestre e dentro le finestre ho disegnato episodi di vita vera: un mercato, i bambini, persone che facevano Tai chi – ricorda -. In questo modo i pazienti avevano la possibilità di affacciarsi sulla realtà”. Con la pittura, poi, ha coinvolto intere generazioni di persone: “Ho colorato i muri di alcune scuole insieme ai bambini e fatto murales con anziani di ottant’anni”, racconta. Dopo aver partecipato alla manifestazione “Italiani a Dubai” come pittrice eco-sostenibile, ora Anna De Rosa ha alcuni progetti in cantiere per l’Expo: “Sto preparando dei quadri che avranno come tema centrale il cibo – spiega – e saranno esposti tra giugno e luglio”, spiega. Più in là, invece, ci sarà l’occasione di mostrare i suoi ultimi ritratti: “Sto ancora decidendo dove esporli, ma posso anticipare che le protagoniste saranno le donne”.

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