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Una piccola, timida apertura a conferma, anche da parte dell’esecutivo, dell’assoluta inutilità di continuare a prorogare all’infinito una disposizione che dovrebbe essere resa permanente, al fine di evitare che l’editoria italiana possa essere esposta a rischi di involuzione e ulteriori accorpamenti di mezzi e risorse, a danno del pluralismo informativo e degli equilibri democratici del Paese.
Nel testo dell’ordine del giorno, che fa propria una condizione espressa in sede consultiva nel parere della Commissione IX (Trasporti e Comunicazioni) della Camera dei Deputati si legge, con riferimento al diluvio di rinvii della disposizione cui occorre dare una risposta seria e concreta il prima possibile: “il termine originario era individuato dal testo unico nel 31 dicembre 2010, ma tale termine è stato poi prorogato, prima al 31 marzo 2011 dal decreto-legge n. 225/2010, poi al 31 dicembre 2012 dal decreto-legge n. 34 del 2011, quindi al 31 dicembre 2013 dall’articolo 1, comma 427, della legge n. 228/2012 (legge di stabilità 2013) e infine al 31 dicembre 2014 dall’articolo 12 del decreto-legge n. 150/2013; il provvedimento in esame reca, quindi, la quinta proroga di un termine originariamente fissato al 31 dicembre 2010”.
Il Ddl Concorrenza recentemente approvato dal Consiglio dei Ministri, non interviene minimamente sulla questione degli incroci proprietari, ma reca un “Capo” dedicato alle norme sulla Comunicazione. La materia, dunque, volendo c’è e sarà possibile intervenire in fase emendativa quando il provvedimento sarà trasmesso in Parlamento per dare inizio al suo iter.
Solo allora capiremo quali sono le reali intenzioni del governo al riguardo, tenendo anche presente che negli ordinamenti dei principali Paesi europei le esigenze di tutela del pluralismo hanno trovato specifica considerazione nell’ambito di apposite normative sul controllo dei mezzi di comunicazione radiotelevisivi ed editoriali, con regole che mirano a limitare l’influenza che uno stesso soggetto può avere nel sistema dell’informazione tramite il controllo di una pluralità di mezzi di comunicazione di massa (c.d. cross-ownership media rules).
Una delle due, dunque: o si rende permanente il divieto incroci proprietari stampa tv, o si vara una nuova disciplina nazionale delle comunicazioni di massa e dei limiti antitrust alle concentrazioni relative all’editoria, all’emittenza televisiva e alla raccolta pubblicitaria.
Dunque, considerati i tempi di approvazione delle leggi, per non parlare di altre significative anomalie che da troppo tempo caratterizzano il nostro sistema democratico, un po’ di coraggio caro governo e si inizi a procedere per la prima strada, già ben illuminata.