Notti sul ghiaccio è caratterizzato dall’usuale ambaradam di giuria, specialisti e mezzi vip che si cimentano in performance estranee all’arte loro. Noi stiamo lì a vedere se ce la fanno, se steccano quando cantano, se inciampano quando ballano, se cascano quando pattinano.
E dunque il meccanismo profondo che arruola l’attenzione del pubblico è quello dell’equilibrista che cammina sull’abisso, con la chiave della suspence (ce la farà?) che si mischia alla “meraviglia” (chi l’avrebbe mai detto?). Possiamo personalmente testimoniarlo vista la banale ammirazione che, alla faccia dei nostri princìpi repubblicani, non siamo riusciti a reprimere vedendo Emanuele Filiberto, il principino pop che i Windsor ci invidiano, rischiare le regali ossa volteggiando niente male sui pattini.
Ed eravamo ancora a bocca aperta quando lo zapping ci ha piombato nell’opposta atmosfera di C’è posta per te dove era in corso l’antico gioco di coppia fra il Fedifrago, che chiede di tornare e la Ferita, incerta fra l’accettarlo e il respingerlo. Situazione che mostra non le “abilità”, ma le “relazioni” e che anziché la meraviglia attira la compassione”, cioè la pena per sé alla vista della pena altrui. Leva ben più universale della meraviglia perché, altro che pattinare sul ghiaccio, gli anziani se ne sentono esperti e i giovani (gran consumatori di mappe comportamentali, dalla morale alla culinaria) ne sono incuriositi.
Negli anni passati la “compassione” scalettata da Maria de Filippi vinceva col 25% rispetto alla “meraviglia” cinguettata da Milly Carlucci (23%). Ma quest’anno la differenza è abissale: 15% per Rai Uno e quasi il doppio (28,6%) per Canale 5. De profundis (in attesa della resurrezione) per l’intrattenimento che tiene a bocca aperta il suo pubblico (per lo più anzianissimo) e un trionfo per le platee col fazzoletto in mano (ben assortite in tutte le età).
E ora tutti a domandarsi cosa potrà escogitare la Rai (visto che Sanremo non dura tutto l’anno) per trovare nel proprio sacco una diversa farina e riacchiappare la smarrita centralità del sabato sera. Problema urgente, osiamo dire, non meno della mai troppo sollecita unificazione dei Tg (alla faccia del no di Verro e del“ni” a denti stretti della Commissione Parlamentare di Vigilanza). E sperando che stavolta, trattandosi di nani e ballerine per cambiare musica e format basti il parere del pubblico.