Un anno in più per i pubblici ufficiali corrotti. In commissione Giustizia al Senato è stato approvato un emendamento, presentato dal Movimento Cinque Stelle, al disegno di legge anticorruzione: ora la pena massima prevista per il reato di corruzione per esercizio delle funzioni di pubblici ufficiali è salita da 5 a 6 anni. Tra gli altri effetti della misura passata in commissione c’è che ora sarà possibile l’utilizzo delle intercettazioni. Domani, 25 febbraio, andrà invece in votazione un emendamento del governo che aumenta la pena per i reati di corruzione previsti dalla legge Severino nonché quello per un atto contrario ai doveri d’ufficio (articolo 319 del codice penale). “Il governo – dice Giuseppe Lumia, capogruppo del Pd in commissione – aumenta la pena per questo reato dagli attuali 4-8 anni a 6-10 anni”. Infine l’ultimo elemento di novità riguarda il falso in bilancio: il governo ha pronto l’emendamento da presentare in commissione, anche se al momento non è stato ancora depositato. L’intesa con il governo, secondo l’Ansa, è quella di avere un tempo breve per i subemendamenti. Sempre nella giornata di mercoledì sarà fissata una seduta notturna della commissione per continuare l’esame del disegno di legge.
L’aumento del massimo di pena per i pubblici ufficiali che si fanno corrompere per svolgere il loro dovere è sottolineato da una nota del M5s: “Proprio nella giornata in cui il presidente Mattarella torna a ribadire la forte necessità di legalità nel nostro Paese – scrivono i senatori Enrico Cappelletti, Maurizio Buccarella e Mario Giarrusso – il M5S contribuisce a un importante passo in avanti delle norme per la lotta alla corruzione, nonostante l’ostruzionismo di Forza Italia che evidentemente di legalità non ne vuol proprio sentir parlare”.
In effetti i berlusconiani hanno cercato di rallentare i lavori della commissione e hanno votato contro tutte le modifiche tese a inasprire le pene. “Forza Italia – dichiara Ciro Falanga – vota contro tutti gli emendamenti che prevedono aumenti di pena perché non riducono il fenomeno della corruzione. Qui ci divide una questione culturale- l’aumento di pene porta solo ad un aumento di mazzette. L’amministratore deve essere corretto, bisogna puntare sulla prevenzione e misure alternative, e sburocratizzare la Pubblica amministrazione. Prova ne è la legge Severino: dopo la sua approvazione non mi pare abbiamo avuto risultati”.