Difesa e contropiede, Tevez e Morata: con queste armi la Juventus supera 2-1 il Borussia Dortmund e guarda con fiducia al passaggio del turno dopo aver vinto con merito l’andata del doppio confronto. Una partita che vale “solo” gli ottavi di finale di Champions League, ma in entrambe le città rievoca ricordi passati potentissimi. La finale del ’97, i gol di Thomas Riedle, l’inutile e magnifico tacco di Del Piero. Oggi siamo in un’altra epoca e i bianconeri si prendono una piccola rivincita. Anche se il Borussia è lontano parente di quella squadra, e anche dell’edizione più recente che solo due anni fa dominava la Bundesliga e sfiorava la Champions. La Juventus, invece, è stata cinica e compatta. Forse un po’ troppo comparsa per esser grande anche in Europa e non solo in Italia: i bianconeri hanno subito a lungo il possesso palla e il gioco degli ospiti, ma sono stati bravissimi ad approfittare delle loro debolezze. Per andare in fondo dovranno crescere molto, intanto i quarti di finale sono più vicini. Il 2-1 è un risultato positivo: al ritorno in Germania sarà un’altra storia, ma ci sarà spazio in abbondanza per le ripartenze già letali stasera.
Il Borussia Dortmund a due punti dalla zona retrocessione in Bundesliga, infatti, scende a Torino per fare la partita contro i campioni d’Italia. È chiaro che la classifica non rispecchia il reale valore dei ragazzi di Klopp, ma l’atteggiamento tattico dice molto del loro credo calcistico (e un po’ anche del deficit di spessore internazionale del calcio italiano). La Juventus è in formazione tipo, i tedeschi si presentano con due terzini di spinta, praticamente quattro punte (fra cui il mancato ex Immobile) e un centrocampo senza mediani. Sono fatti così, croce e delizia, limite e virtù.
All’inizio sembra un azzardo. La Juve è inesorabile in contropiede, subito. Per dieci minuti il Borussia tiene palla, alto col baricentro, ma alla prima ripartenza viene infilato da Morata sulla fascia: sul cross teso dello spagnolo, Weidenfeller lascia in mezzo all’area il pallone e davanti alla porta spalancata c’è sempre Tevez (anche se l’ultimo tocco potrebbe essere di Schmelzer). L’1-0 non cambia, accentua il copione della partita: il Borussia è venuto a Torino per segnare. E lo fa pochi minuti dopo con Reus, il migliore dei suoi, che approfitta di uno scivolone di Chiellini per freddare Buffon. In venti minuti è giù successo di tutto. Ma non si ricomincia da zero, l’1-1 premia chiaramente gli ospiti. La Juve accusa il colpo, e l’infortunio di Pirlo (costretto a lasciare il campo a Pereyra) certo non la aiuta: per un quarto d’ora non si affaccia nella metà campo avversaria. Ma ritrova il vantaggio proprio nel momento di massima difficoltà, perché dall’altra parte c’è una squadra che non sa stare trenta secondi nella propria area senza fare danni. Basta un cross innocuo dalla fascia per smarcare Morata solo davanti al portiere, e per permettere ai bianconeri di chiudere avanti un primo tempo pirotecnico.
Nella ripresa si continua a giocare nello stesso modo: il Borussia attacca, la Juve è pronta a colpire. Solo a ritmi più bassi, perché passano i minuti, aumenta la fatica e la tensione per un gol che davvero sposterebbe gli equilibri, da una parte o dall’altra. Lo sfiora due volte la Juventus, con un destro rasoterra di Tevez e poi una serpentina di Pereyra, in entrambi i casi a pochi millimetri dal palo. Non lo trova nessuno e alla fine il 2-1 sta bene a tutti: alla Juventus che vince il primo confronto, al Dortmund che lascia intatte le speranze di qualificazione e ha chiuso in chiaro affanno il match. Parla bianconero anche il confronto fra i due centravanti dai destini incrociati, Immobile e Morata: l’attaccante azzurro (che dalla Juve era stato “scaricato” in estate per acquistare lo spagnolo) è uscito a un quarto d’ora dal termine senza lasciare traccia. Il campo ha dato ragione due volte alla Juventus. Almeno questa sera. Ma era solo il primo tempo di una partita lunga 180 minuti. Immobile ne ha altri novanta per farsi perdonare, il Borussia per rimontare l’1-2. Fra tre settimane a Dortmund la Juve partirà in vantaggio. E ha già dimostrato di saper fare tanto male agli schemi di Klopp.