“Siamo la generazione nata nella bellezza, abbiamo trovato già ‘tutto apparecchiato’ grazie ai frutti dei sacrifici dei nostri genitori e non ci siamo mai dovuti conquistare nulla”, dice il cantautore pugliese di stanza a Perugia, Michele Maraglino parlando del suo nuovo disco – il secondo – intitolato ‘Canzoni contro la comodità’. “Forse è per questo che ora che ci stanno togliendo tutto non reagiamo, non facciamo niente per impedirlo”.
In un presente in cui rinunciare alle comodità è condizione impensabile, Maraglino incide un album contro le comodità offerte dalla società del benessere e lancia una invettiva rivolta soprattutto ai suoi coetanei: lasciate perdere la comodità, buttatevi anima e corpo in quello che sentite, lanciatevi nelle difficoltà, affrontatele e non scappate.
“Tutto parte dalla mia esperienza personale. Io ad esempio l’ho fatto con la musica. La comodità di cui parlo è la comodità di chi non si sporca le mani, di chi non sceglie, di chi ha sempre il piede in due scarpe, di chi per paura non riesce ad abbandonarsi a quello che sente, ma preferisce avere sempre un’uscita di sicurezza. È la sicurezza che ci frega. La costante ricerca della sicurezza”. Composto da 8 brani in stile pop di ottima fattura, è un album che parla della bellezza e della felicità che derivano dall’aver ascoltato solo il proprio cuore e non aver preso la strada che il buon senso comune o le convenzioni spesso impongono.
Ascoltando il tuo disco si avverte il fatto che tu non abbia ricevuto gran sostegno dalla famiglia nella tua attività musicale. Cosa avrebbero preferito che facessi?
Credo di essermi salvato il giorno in cui ho realizzato che quello che pensavano gli altri, compresa la mia famiglia, non era importante. Contava solo quello che pensavo io e il messaggio è rivolto a tutti. Un messaggio che dice: guarda che si può fare, puoi essere te stesso, puoi fare quello che vuoi; anche se è difficile, faticoso, puoi essere felice. La mia famiglia avrebbe voluto per me qualcosa di più sicuro e nel tempo non ha capito alcune mie scelte. Ma ci sta, è normale. Fa parte del grande gioco dei ruoli. Bisogna avere degli stimoli e il mio stimolo è stato: ok sono solo contro il mondo, ma ce la farò. Siamo sempre soli di fronte al mondo anche se abbiamo la migliore famiglia possibile a incoraggiarci. Anzi, spesso è peggio: vivere in un luogo in cui nessuno ci critica non ci fa bene, non ci fa mettere in gioco.
Riesci oggi a vivere di sola musica?
Nell’estate del 2011 ho fondato La Fame Dischi, un’etichetta indipendente che nel corso degli anni è diventata il mio lavoro. Oltre a produrre dischi mi occupo anche di promozione per band e gruppi emergenti e dell’organizzazione di eventi. Anche qui sono partito da zero e piano piano, con tanto duro lavoro, cominciano ad arrivare le prime soddisfazioni. Sono molto contento di essere riuscito comunque a rimanere nel settore musicale anche nel mio lavoro principale.
Il disco “Canzoni contro la comodità” appare come un concept album.
Un concept album sulla comodità? Ci potrebbe stare. Anche se non è nato con quell’intento. Ho notato che c’era un argomento comune in più di una canzone nuova che mi accingevo a registrare. È successo anche col primo disco I Mediocri, con il concetto di mediocrità. Non credo però che siamo di fronte a un concept album puro, neanche il primo lo era. Il concetto di Mediocrità si è evoluto ed è sfociato in quello di Comodità. Il mio è un disco dal messaggio semplicissimo. È un disco che preferisce la verità alla comodità con tutto quello che comporta. Meglio poco, ma tuo e vero che tanto piovuto dal cielo.
Parlami delle canzoni. Partiamo da ‘Triste Storia’.
Il senso è tutto racchiuso nella prima frase: “Questa storia che non ci deve mai mancare niente, ha fatto solo in modo che tutto ciò che abbiamo non è nostro veramente”. È la condizione di molti miei coetanei: hanno macchina, casa, soldi, ma non sono i loro.
‘I miei coetanei’.
Si ricollega alla prima canzone. Godiamo dei frutti dei sacrifici dei nostri genitori e non ci siamo mai dovuti conquistare nulla. Forse è per questo che ora che ci stanno togliendo tutto non facciamo niente.
‘La vernice’.
Le cose non sono mai come appaiono. La verità è sempre un’altra. E siamo bravissimi a tenercela nascosta soprattutto fra di noi.
‘Se non saremo forti abbastanza’.
Bisogna essere forti per essere felici. E se non saremo forti abbastanza quello che ci aspetta è mediocrità, frustrazione, rimorsi, rimpianti… Cose brutte insomma. La priorità nell’educazione dei figli dovrebbe essere renderli forti e non trovargli un lavoro. Insegnarli il valore e la bellezza della fatica.
‘Canzone d’amore contro il consumismo’.
Adoro cantare il ritornello di questa canzone: “Chissà perché vivono tutti così”. Una domanda innocente. Mi piace immaginare che a farla sia un bambino. Un mondo che ci vuole consumatori accaniti e tutti che comprano.
‘Vie di mezzo’.
Non esistono scorciatoie, non esistono vie di mezzo. Quando decidi una cosa, escludi tutto il resto.
‘Felicità Mediocrità Comodità’.
Canzone che non lascia alcuna speranza. La felicità è solitudine, la mediocrità fa schifo e la comodità non è vera felicità. Un cane che si morde la coda. L’ho scritta in un periodo abbastanza difficile della mia vita e credo si senta.
‘La rivincita’.
Per la prima volta un messaggio positivo, molto positivo: “Mi sono innamorato della vita che rimette tutte le cose a posto, mi sono innamorato della vita che mi dimostra sempre che posso”. È il sereno dopo la tempesta. Mi immagino un terzo disco, semmai ci sarà, pieno di speranza e positività.