“Se diventerò sindaco rinuncerò al mio stipendio e lo devolverò alla città“, ripeteva in campagna elettorale, anche se di quella proposta dopo le elezioni dello scorso maggio nessuno aveva più sentito parlare. Eppure gli abitanti di Pantigliate, città di poco meno di 5.900 abitanti in provincia di Milano, si sono accorti che sindaco e vice sindaco non stavano scherzando quando poche settimane fa la scuola ha ricevuto una donazione di 14mila euro. Soldi che venivano proprio dagli stipendi che il primo cittadino Claudio Veneziano e il suo vice Franco Abate hanno deciso di non versare sul loro conto corrente ma su un fondo destinato alla cittadinanza. Per la precisione, negli ultimi sei mesi hanno versato 14mila euro, mentre per il 2015 “doneremo altri 23mila euro“.

“Sono sempre stato nullatenente e felice. Ho una pensione da lavoratore dipendente e questa rendita mi permettere di sopravvivere – racconta a IlFattoQuotidiano.it Claudio Veneziano della Lista civica Società e Ambiente – quando ho scelto di fare il sindaco non l’ho fatto per guadagnarci”. Mentre il primo cittadino, 60enne in pensione da dieci anni, era un dipendente del Corriere della Sera nel reparto spedizioni e stampa, il vice sindaco Franco Abate, 55 anni, è manager per una società francese. Un lavoro che gli ha fatto “scegliere con serenità di rifiutare i soldi pubblici”, dice Abate, per cui “ricevere un secondo stipendio avrebbe voluto dire sottrarre risorse destinate ai cittadini mentre fare politica dovrebbe essere visto come una missione sociale”.

I primi sei mesi di stipendio sono stati già donati all’Istituto complessivo Falcone-Borsellino, dove sono raggruppare la scuola materna, elementare e media di Pantigliate. Spese basilari: “Servivano banchi, sedie e armadi“, racconta il vice sindaco. In previsione anche interventi strutturali e di messa in sicurezza. “Molte scuole d’Italia ne avrebbero bisogno – continua Veneziano – abbiamo solo cercato un modo per intervenire subito“. Una destinazione diversa avranno invece i soldi che saranno donati nel corso del 2015. Senza tralasciare i progetti scolastici, i due politici vogliono mettere la loro indennità in un fondo a cui avere accesso per i problemi più svariati. “Mancano mille euro per organizzare una festa cittadina o un anziano ha bisogno di uno scaldabagno nuovo? Sono anche questi i bisogni che vogliamo soddisfare”, racconta il primo cittadino.

Quella che il sindaco definisce solo “come una promessa elettorale mantenuta“, arriva dopo anni di volontariato e associazionismo nella città che lo ha voluto alla sua guida. “Anche solo andare a vedere una partita di calcio ti permette di conoscere tutte le generazioni che abitano una città”, continua Veneziano, sottolineando come la sua sia stata una scelta “naturale” per riuscire a dare una mano reale ai suoi concittadini passando dal donare tempo al donare soldi. E a quanti scappa un paragone tra la loro decisione e i compensi dei politici italiani, il vice sindaco Abate risponde fermo: “Stendo un velo pietoso sugli stipendi dei politici a livello nazionale o su chi usa la politica per arricchirsi con cariche e ricompense. Ogni tanto si deve dare un segnale nuovo dal basso”. Nella vita “non è tutto legato ai soldi”, gli fa eco il primo cittadino di Pantigliate. “Se riesco a sopravvivere con la mia pensione perché dovrei volere di più? Non è solo il denaro a migliorare la vita delle persone”.

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