I Paesi Baltici continuano a temere un contagio della crisi ucraina. Per questo motivo la Lituania ha deciso di ripristinare il servizio militare di leva maschile, sull’onda della tensione creata dalla crisi tra Mosca e Kiev. La presidente, Dalia Grybauskaite, ha detto che si tratta di una misura resa “necessaria” dalla “violenza crescente” in Ucraina. La leva obbligatoria maschile sarà reintrodotta per cinque anni, a partire dal prossimo settembre. Il servizio durerà nove mesi e interesserà un primo scaglione di 3.000 uomini di età compresa fra i 19 e i 27 anni. Secondo il capo della difesa, Jonas Vytuatas, la carenza di soldati costituisce una “minaccia reale” per il Paese baltico, che come i vicini Lettonia ed Estonia, ha ottenuto la sua indipendenza dalla Russia nel 1991, con la dissoluzione dell’Unione sovietica. La Lituania è entrata nella Nato nel 2004 e dal 2008 ha abolito la leva obbligatoria.

Il 19 febbraio il ministro della Difesa britannico Michael Fallon aveva avvertito sul rischio che Mosca utilizzi nei paesi del Baltico “la stessa tattica” aggressiva usata in Ucraina. La preoccupazione di Londra, spiegava Fallon, è che la Russia ”possa fare pressione sui paesi Baltici”, membri della Nato, per mettere alla prova l’Alleanza Atlantica. Ormai non siamo più in una situazione di “guerra fredda”, aggiungeva il ministro: ”Quando ci sono carri armati che attraversano il confine dell’Ucraina, i jet che attraversano la Manica e i sottomarini nel Mar del Nord, la guerra è già abbastanza calda”.

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