Da una parte il presidente Gianpietro Manenti che ostenta sicurezza sul futuro del Parma Calcio e sulle prossime sfide del campionato; dall’altra gli ufficiali giudiziari che smantellano il centro sportivo di Collecchio. In mezzo la panchina del mister Roberto Donadoni, finita all’asta insieme agli attrezzi sportivi pignorati nei giorni scorsi. È la situazione paradossale che sta vivendo nelle ultime ore il club emiliano, dove la squadra continua regolarmente gli allenamenti, anche se i calciatori d’ora in avanti si dovranno lavare persino le maglie da soli: “L’unica novità è che la lavanderia non prende più le maglie del Parma. Può darsi che da domani portiamo la roba a casa per lavarla…” ha spiegato il capitano Alessandro Lucarelli lasciando il centro di Collecchio, dove in mattinata sono stati pignorati anche i computer e il materiale informatico dei dipendenti. Quello che è già stato portato via sarà messo all’asta la prossima settimana, il 5 marzo: oltre alla panchina di Donadoni, ci sono due pulmini e i macchinari della palestra, che compaiono sul sito dell’Istituto vendite giudiziarie di Parma. “N. 3 panche modulo da spogliatoio in alluminio con cassetto portaoggetti-portascarpe – si legge nel lotto numero 7 – e cuscino imbottito marca”, il tutto a partire da un prezzo base di 2000 euro, così come quello richiesto per un’auto e i due furgoni, mentre per una somma dai 300 ai 400 euro ci si può accaparrare alcuni degli attrezzi sportivi.
In questo scenario apocalittico, però, il presidente Manenti continua nelle sue dichiarazioni ottimistiche: “La prossima partita si giocherà regolarmente, per quella con l’Udinese vedremo quando riusciremo a recuperarla – assicura il patron del Parma a Sportal.it – Nella notte abbiamo completato la due diligence legale e fiscale, adesso ci muoveremo di conseguenza. Ora abbiamo in mano numeri chiari, almeno per quanto riguarda le provviste che non rappresentano un problema. Certo, ora bisogna vedere portando il progetto in Procura, poi si potrà procedere”. Il 12 marzo Manenti dovrà presentare la documentazione richiesta dal Tribunale in vista dell’udienza per l’istanza di fallimento presentata dalla Procura che si terrà il 19 marzo. “Stiamo cercando di sistemare la situazione, ma negli ultimi 15 giorni non abbiamo avuto la possibilità di lavorare bene, se mi avessero lasciato lavorare tranquillo… – sottolinea Manenti – Invece abbiamo dovuto rincorrere i problemi. Se mi sento attaccato? Lo avete visto anche voi, ce li ho tutti contro. Solo qualcuno dice ‘prima vediamo’, adesso con il passare del tempo qualcuno comincia ad avere qualche dubbio in meno, ma ci siamo scontrati contro problematiche di ogni tipo. Prima di attaccare io avrei aspettato. Noi comunque andiamo avanti”.
Manenti non si tira indietro dunque e continua a promettere una soluzione in arrivo per sbloccare la situazione societaria ereditata da Tommaso Ghirardi, con debiti e conti in rosso di cui, come svelato da ilfattoquotidiano.it, Figc e Cosovic sapevano da tempo, ma di cui solo ora, chi è rimasto nel club, sta pagando le dure conseguenze. Il presidente non mette nemmeno in discussione la discesa in campo dei calciatori a Genova, nonostante lui stesso, ricercato da tutti e perfino dal sindaco Federico Pizzarotti, non si faccia vedere e sentire da giorni con la squadra. Il capitano Lucarelli, che insieme ai compagni continua regolarmente gli allenamenti a Collecchio, fino a pochi giorni fa aveva ribadito che i giocatori erano disposti ad andare a Genova a proprie spese, e per aiutarli si erano offerti anche i tifosi, mettendo a disposizione un pullman. Ma non è detto che lo spirito rimanga lo stesso fino a domenica. “Al momento non è deciso nulla – spiega il difensore – Dalla Lega non si è fatto vivo nessuno e questo la dice lunga sull’interesse. Il 6 marzo se ne parla in Lega? E’ tardi, molto tardi. Dovrebbero anticipare l’assemblea“.
Dalla nuova proprietà del Parma non sono giunti segnali positivi, a parte le solite parole, simili a quelle già sentite sull’arrivo dei bonifici e dei pagamenti, che tuttora rimangono da saldare. Inoltre, l’incontro fissato per mercoledì con il primo cittadino è slittato a venerdì e ora anche il 27 febbraio non è così sicuro che Manenti si presenterà. “Comunque l’incontro con il sindaco – ha sottolineato il presidente – non sarà definitivo, è più importante quello che abbiamo in programma con la Procura”. Quello che è certo è che Manenti non ha intenzione di accelerare il fallimento portando i libri in Tribunale, facendo quindi sfumare l’ipotesi emersa in un primo momento che la squadra potesse continuare il campionato aiutata da Figc e Lega Calcio. I tempi della giustizia saranno quelli ordinari, a partire dalla prima udienza, anche se in questo caso non è chiaro come il Parma potrà finire la stagione.
Alcuni giocatori hanno già messo in mora la società per gli stipendi arretrati non pagati, i dipendenti sono sul piede di guerra e intanto di fronte al centro tecnico di Collecchio è comparso un cartello con la foto di Ghirardi e sotto la scritta “truffatore”. Su di lui e sull’ex ds Pietro Leonardi puntano il dito dipendenti, calciatori e tifosi, che domenica scorsa avevano manifestato di fronte allo stadio chiuso per mancanza di risorse. Anche Manenti si nasconde dietro i problemi lasciati dalla precedente proprietà: “So che hanno fatto una manifestazione domenica, non so cosa abbiano detto, ma bisognerebbe prendersela con la vecchia gestione, non con quella nuova che non si conosce ancora e non si sa come lavora. Per me comunque non è un problema, sono abituato a lavorare, anche in condizioni ostili. Spero solo che il cartello ‘Chiuso per rapina’ non fosse indirizzato a me”.