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Putin: “Taglio del gas di Kiev nell’est dell’Ucraina puzza di genocidio”

Il leader del Cremlino ha aggiunto che se non pagherà il gas la Russia taglierà i rifornimenti all’Ucraina, il che "creerà un problema" per il transito del gas verso l’Europa. Intanto calano le violazioni del cessate il fuoco, anche se la tregua non è ancora stata del tutto rispettata

Tagliare il gas nell’est dell’Ucraina “puzza un po’ di genocidio“. Parole del presidente russo Vladimir Putin che, riporta l’agenzia Interfax, interviene ancora una volta sulla crisi nella parte orientale del Paese. E minaccia Kiev: “Se non pagherà il gas la Russia taglierà i rifornimenti all’Ucraina, il che “creerà un problema” per il transito del gas verso l’Europa. La cifra “pagata in anticipo dalla parte ucraina basterà per le forniture di gas per 3-4 giorni” e se non arriveranno altri pagamenti, ha proseguito, “Gazprom sospenderà le forniture”.

Putin ha inoltre precisato che “è chiaro che questo può rappresentare una minaccia al transito” del metano russo “verso l’Europa”, ma ha comunque espresso la speranza che “non si arriverà a tali misure estreme e che le forniture” di metano “non saranno interrotte, ma questo – ha precisato – non dipende solo da noi ma anche” dall’Ucraina. Il 24 febbraio, inoltre, l’ad di Gazprom, Alexiei Miller, ha affermato che a Kiev “restano solo 219 milioni di metri cubi di gas prepagato”.

Putin ha poi parlato delle città roccaforte dei filorussi Donetsk e Luhansk dove, ha specificato, “c’è fame”. In più “l’Osce ha constatato che c’è una catastrofe umanitaria”. Ma questo non frena le autorità di Kiev che “per di più tagliano il gas”, nonostante gli accordi di pace di Minsk obblighino le autorità ucraine a garantire il rifornimento ai separatisti.

Le autorità ucraine, intanto, ammettono il calo negli ultimi giorni delle violazioni del cessate il fuoco da parte delle forze filorusse, precisando tuttavia che la tregua non è ancora completamente rispettata. Nella notte è stato colpito il villaggio di Popasna così come le postazioni delle forze di Kiev a Shyrokine, a est di Mariupol, ha reso noto il portavoce militare Andriy Lysenko, confermando che “per il momento non c’è l’ordine per il ritiro delle armi perché il primo punto dell’accordo di Minsk, il cessate il fuoco, non è ancora rispettato”.

Quella siglata nella capitale bielorussa è un’intesa che, secondo Angela Merkel, rappresenta “un bagliore di speranza e ora dobbiamo fare di tutto per concretizzare questa tenue speranza”. La cancelliera tedesca nella conferenza stampa seguita all’incontro, a Berlino, con il premier svedese Stefan Loefevn ha inoltre specificato che “l’Europa deve parlare a una voce per riempire di contenuti le condizioni che abbiamo contrattato a Minsk”, ha insistito Merkel, ribadendo che “il confine da rispettare in Europa, come abbiamo imparato, è la pace”.