Ha suscitato un certo scalpore, la recente notizia riguardante un consigliere d’amministrazione Rai del centrodestra che riferiva all’allora capo del governo, Silvio Berlusconi, quali fossero i programmi Rai ostili al governo, sollecitando indirettamente un intervento censorio. Benché dopo la vittoria alle elezioni politiche del 1994, Berlusconi abbia esordito dicendo che non avrebbe toccato nemmeno le fioriere della Rai, ha invece esercitato un forte condizionamento sul CdA e la direzione generale, peraltro di nomina politica, rendendo evidente il grande problema del conflitto d’interessi.
In merito alla vicenda, vanno fatte due precisazioni: la prima è che le pressioni indebite su Rai non hanno riguardato solo gli aspetti editoriali ma, anche quelli imprenditoriali, la seconda è che gli effetti devastanti del conflitto d’interessi non si sono avuti nei soli periodi nei quali la destra è stata al governo, ma anche quando al governo c’è stata la sinistra, la quale non ha neanche provato a disciplinare tale situazione.
Durante i governi di centrodestra le pressioni sulle scelte editoriali della Rai sono state di certo superiori ed efficaci, ma quando al governo c’era la sinistra, gli “affari” di Mediaset (leggi pubblicità) sono andati bene. Si realizzava in sostanza quel famoso “patto” per cui alla Rai era riservata la leadership degli ascolti, mentre a Mediaset era riservata la quota maggiore di pubblicità.
Adesso si sta creando una situazione simile, con il progetto di acquisizione di Mondadori del segmento libri di Rcs e l’Opa lanciata da Mediaset, attraverso la controllata EiTowers, su Rai Way, la società di Rai (per il 65%), quotata da tre mesi, adibita alla diffusione del segnale.
In merito a quest’ultima vicenda, c’è da dubitare che la Rai possa accettare di aderire all’Opa, seppure le garantirebbe un’entrata di circa 800milioni. Nel progetto di quotazione di Rai Way, c’era il vincolo per Rai di non scendere sotto la maggioranza assoluta di Rai Way. Va inoltre considerato che la Rai, a seguito di sentenza della Corte di Cassazione, è “un organismo di diritto pubblico”, al punto che i suoi dipendenti, in diverse attività svolte, assumono la qualifica di “incaricato di pubblico servizio”. Diventerebbe allora Mediaset una società di diritto pubblico e i suoi dipendenti diventerebbero incaricati di pubblico servizio?
In tutto il mondo si tende a far sì che i possessori delle reti non siano gli stessi che possiedono i contenuti. In Italia si andrebbe verso una direzione del tutto opposta.
Ci sono quindi forti dubbi che il progetto possa realizzarsi. Anche se va ricordato che qualche anno fa sembrava impossibile che Mediaset potesse entrare nella pay, cosa che invece si realizzò con l’avallo delle autorità di controllo (con la giustificazione che la pay non fosse in realtà una Tv, ma semplicemente uno strumento per la fornitura di servizi).
In televisione può succedere di tutto.
Francesco Devescovi
Ricercatore
Media & Regime - 25 Febbraio 2015
Rai Way, sembra impossibile che Mediaset possa acquisirla. Ma in Tv tutto può succedere
Ha suscitato un certo scalpore, la recente notizia riguardante un consigliere d’amministrazione Rai del centrodestra che riferiva all’allora capo del governo, Silvio Berlusconi, quali fossero i programmi Rai ostili al governo, sollecitando indirettamente un intervento censorio. Benché dopo la vittoria alle elezioni politiche del 1994, Berlusconi abbia esordito dicendo che non avrebbe toccato nemmeno le fioriere della Rai, ha invece esercitato un forte condizionamento sul CdA e la direzione generale, peraltro di nomina politica, rendendo evidente il grande problema del conflitto d’interessi.
In merito alla vicenda, vanno fatte due precisazioni: la prima è che le pressioni indebite su Rai non hanno riguardato solo gli aspetti editoriali ma, anche quelli imprenditoriali, la seconda è che gli effetti devastanti del conflitto d’interessi non si sono avuti nei soli periodi nei quali la destra è stata al governo, ma anche quando al governo c’è stata la sinistra, la quale non ha neanche provato a disciplinare tale situazione.
Durante i governi di centrodestra le pressioni sulle scelte editoriali della Rai sono state di certo superiori ed efficaci, ma quando al governo c’era la sinistra, gli “affari” di Mediaset (leggi pubblicità) sono andati bene. Si realizzava in sostanza quel famoso “patto” per cui alla Rai era riservata la leadership degli ascolti, mentre a Mediaset era riservata la quota maggiore di pubblicità.
Adesso si sta creando una situazione simile, con il progetto di acquisizione di Mondadori del segmento libri di Rcs e l’Opa lanciata da Mediaset, attraverso la controllata EiTowers, su Rai Way, la società di Rai (per il 65%), quotata da tre mesi, adibita alla diffusione del segnale.
In merito a quest’ultima vicenda, c’è da dubitare che la Rai possa accettare di aderire all’Opa, seppure le garantirebbe un’entrata di circa 800milioni. Nel progetto di quotazione di Rai Way, c’era il vincolo per Rai di non scendere sotto la maggioranza assoluta di Rai Way. Va inoltre considerato che la Rai, a seguito di sentenza della Corte di Cassazione, è “un organismo di diritto pubblico”, al punto che i suoi dipendenti, in diverse attività svolte, assumono la qualifica di “incaricato di pubblico servizio”. Diventerebbe allora Mediaset una società di diritto pubblico e i suoi dipendenti diventerebbero incaricati di pubblico servizio?
In tutto il mondo si tende a far sì che i possessori delle reti non siano gli stessi che possiedono i contenuti. In Italia si andrebbe verso una direzione del tutto opposta.
Ci sono quindi forti dubbi che il progetto possa realizzarsi. Anche se va ricordato che qualche anno fa sembrava impossibile che Mediaset potesse entrare nella pay, cosa che invece si realizzò con l’avallo delle autorità di controllo (con la giustificazione che la pay non fosse in realtà una Tv, ma semplicemente uno strumento per la fornitura di servizi).
In televisione può succedere di tutto.
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Roma, 13 feb. (Adnkronos) - Il Milleproroghe è un provvedimento routinario, in teoria nell'esame tutto doveva andare liscio. Invece l'iter di questo provvedimento è stato un disastro, la maggioranza l'ha gestito in modo circense, dando prova di dilettantismo sconcertante". Lo ha detto la senatrice Alessandra Maiorino, vice presidente del gruppo M5S al Senato, nella dichiarazione di voto sul Milleproroghe.
"Già con l'arrivo degli emendamenti abbiamo visto il panico nel centrodestra. Poi è arrivata la serie di emendamenti dei relatori, o meglio del governo sotto mentite spoglie, a partire da quelli celebri sulla rottamazione delle cartelle. Ovviamente l'unica preoccupazione della maggioranza, a fronte di 100 miliardi di cartelle non pagate, è stata solo quella di aiutare chi non paga. Esattamente come hanno fatto a favore dei no vax, sbeffeggiando chi sotto il Covid ha rispettato le regole. In corso d'opera abbiamo capito che l'idea di mettere tre relatori, uno per ogni partito di maggioranza, serviva a consentire loro di marcarsi a vicenda, di bloccare gli uni gli sgambetti degli altri. Uno scenario surreale! Finale della farsa poi è stato il voto di un emendamento di maggioranza ignoto ai relatori e una ignobile gazzarra notturna scoppiata tra i partiti di maggioranza. Non avevamo mai visto tanto dilettantismo in Parlamento".
Roma, 13 feb. (Adnkronos) - "Il decreto Milleproroghe rappresenta una sfida importante, un provvedimento cui abbiamo dato un significato politico, un’anima. L’azione di questo governo punta a mettere in campo riforme e norme strutturali ma esistono anche pilastri meno visibili che hanno comunque l’obiettivo finale della crescita delle imprese e della nostra economia, di sostenere il sistema Italia nel suo complesso. Ecco perché col decreto Milleproroghe abbiamo provveduto ad estendere o a sospendere l’efficacia di alcuni provvedimenti con lo scopo di semplificare e rendere più snella la nostra burocrazia, sempre con l’obiettivo dichiarato della crescita. Fra questi norme sulle Forze dell’ordine e sui Vigili del Fuoco, sostegno ai Comuni e all’edilizia, nel campo sociale e sanitario come in quello dell’industria e della pesca e sul contrasto all’evasione fiscale. Più di 300 emendamenti approvati, tra cui anche quelli dell’opposizione, al fine di perseguire, con questo esecutivo, la finalità di fornire alla nostra Nazione gli strumenti per crescere e per questo il voto di Fratelli d’Italia è convintamente a favore”. Lo dichiara in aula il senatore di Fratelli d’Italia Andrea De Priamo.
Roma, 13 feb. (Adnkronos) - "Dico al ministro Crosetto che l’aumento delle spese per armamenti, addirittura fino al 3%, ruba il futuro ai nostri figli. Ruba risorse alla sanità, alla scuola, ai trasporti. L’aumento delle spese per le armi non ci renderà più sicuri, ma alimenterà conflitti e guerre, come la storia dimostra”. Così Angelo Bonelli, deputato di AVS e co-portavoce di Europa Verde, in merito alle dichiarazioni di Crosetto sull'aumento delle spese militari.
Palermo, 13 feb. (Adnkronos) - "Il problema della situazione carceraria nel Paese è un problema che ogni giorno ci tocca da vicino, stiamo gia' predisponendo le dovute soluzioni. Abbiamo gia' definito il piano carceri e il commissario straordinario". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intervenendo in video collegamento di ritorno dalla Turchia alla "Giornata dell'Orgoglio dell'appartenenza all'avvocatura e dell'accoglienza dei giovani" istituita dal Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Palermo.
Palermo, 13 feb. (Adnkronos) - "Criticità nel disegno di legge costituzionale non ve ne sono tali da alterare il testo, ma sarà seguito da una serie di leggi ordinarie. Per esempio, manca nella disegno di legge costituzionale la riserva per le quote cosiddette rosa, ma questo lo metteremo nelle leggi di attuazione che saranno leggi ordinarie. Anche il sistema del sorteggio potrà essere meglio definito. Ma una cosa e' certa: questa legge costituzionale non si modifica". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intervenendo in video collegamento di ritorno dalla Turchia alla "Giornata dell'Orgoglio dell'appartenenza all'avvocatura e dell'accoglienza dei giovani" istituita dal Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Palermo, parlando delle dichiarazioni del vicepresidente del Csm Fabio Pinelli che ieri, aveva parlato dei "punti di criticità della riforma del Csm" sui quali si e' appuntata anche l'attenzione della Commissione Ue, aveva sottolineato la necessita' di "un'approfondita riflessione.
Palermo, 13 feb. (Adnkronos) - "Oggi in Turchia, parlando con il mio omologo, il ministro di giustizia turco, quando ho detto che probabilmente i magistrati italiani faranno uno sciopero, lui è rimasto sorpreso e mi ha domandato 'ma è legale?'. Se i magistrati vogliono fare lo sciopero che lo facciano, ma quello che è certo e che, senza alcun dubbio, noi andremo avanti perché e' un nostro impegno verso gli elettori". Lo ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio intervenendo in vdieocollegamento di ritorno dalla Turchia alla Giornata dell'orgoglio dell'appartenenza degli avvocati a Palermo.
Palermo, 13 feb. (Adnkronos) - La separazione delle carriere dei magistrati "è un dovere verso elettorato perché lo avevamo promesso nel nostro programma e questo faremo. Il nostro e' un vincolo politico verso l'elettorato". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intervenendo in video collegamento, di ritorno dalla Turchia, alla "Giornata dell'Orgoglio dell'appartenenza all'avvocatura e dell'accoglienza dei giovani" istituita dal Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Palermo. "Io sto girando un po' dappertutto per redigere protocolli - ha proseguito il ministro -, e ogni qualvolta parliamo di separazione carriere ci guardano con un occhio perplesso perché in tutti gli ordinamenti del mondo questo è normale".