“Non teme di favorire Mediaset chiedendo 150 milioni di euro alla Rai?”, chiedeva Giovanni Floris, allora conduttore di Ballarò (Rai3) durante l’intervista del 13 maggio 2014 al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, nel cui mirino c’era la vendita di Rai Way e la lotta agli sprechi. E, in un acceso dibattito tra i due sulle sorti di viale Mazzini, il premier alla fine rispose: “Se io fossi un dirigente della Rai mi preoccuperei di portare la Rai nel futuro, nel terzo millennio, e non a metterla nelle mani dei partiti”. Risposta che, però, oggi stona rispetto alla notizia che Mediaset di Silvio Berlusconi (tramite Ei Towers) punta a inglobare proprio RaiWay (società Rai – quotata a Piazza Affari dal novembre scorso – che controlla le torri di viale Mazzini) per creare un grande polo nazionale dell’infrastruttura televisiva da 5mila antenne. Nella lunga intervista che Floris fece a Renzi, il premier più volte ribadì che “la Rai appartiene a tutti i cittadini e non ai partiti”. E che per questo, a differenza dei suoi predecessori, ha deciso “di non mettere mai bocca su palinsesti, conduttori, direttori e trasmissioni”. Il premier poi disse: “Quando stavo dall’altra parte, e non ero al governo, dicevo che i partiti devono essere fuori dalla Rai. Si può vendere Raiway, perché anche la Rai deve partecipare a ridurre le spese. Nel 2000 – raccontò ancora Renzi – era stato fatto, poi Gasparri bloccò tutto”. La chiosa di Renzi: “E’ normale che la Rai sia l’unica realtà che debba far finta che non sia successo niente? Anche la Rai deve partecipare alle spese. Caro Floris, mi dispiace ma tocca anche a voi”
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