Il film, a dispetto del titolo, è una pellicola made in Italy lontana dalla classica commedia nostrana. Più vicino ai modelli di cinema indipendente internazionale come Little Miss Sunshine, Goodbye Lenin! o About a Boy
“Sono sempre stato affascinato dalle relazioni umane e dalla loro imperfezione”. Paolo Mitton è il regista del film The Repairman presentato in anteprima all’ultima edizione del Torino Film Festival e nelle sale italiane dal 26 febbraio. Piemontese ma residente a Londra, Mitton lavora da molti anni come tecnico di montaggio ed esperto di effetti speciali per blockbuster come Troy, Harry Potter e La Fabbrica di Cioccolato. Oggi realizza il suo primo lungometraggio che racconta la piccola odissea di un outsider, tipicamente italiana per tema ed ambientazione, ma anticonvenzionale sul piano creativo.
Il giovane attore Daniele Savoca interpreta Scanio, un ingegnere mancato che ripara le cose per vivere. La sua dimora disordinata e allagata è invasa da oggetti vintage come radio, telefoni e macchine del caffè, che aspettano di avere una seconda possibilità grazie al suo intervento. Nel suo ultimo anno di vita Scanio è preso di mira da amici realizzati che lo criticano per il suo isolamento dal mondo moderno e la sua incapacità di assumersi responsabilità ordinarie, come un lavoro stabile e una famiglia.
In un mondo che va avanti sempre più veloce, lasciando spesso indietro verità e visioni importanti, il protagonista di questo film incoraggia chi rallenta per comprendere quello che non funziona e ripararlo, piuttosto che passare oltre sostituendo tutto ciò che non va. “È un progetto nato in casa. Ho scritto la sceneggiatura con il mio amico Francesco Scarone partendo dal personaggio.È la storia di un incompreso, perché noi ci sentivamo incompresi a quel tempo, chiusi in casa a scrivere mentre il mondo all’esterno lavorava sul serio” ha precisato Mitton.
Questo “cineasta da tenere d’occhio”, come è stato definito da una rivista inglese, porta un po’ di aria fresca in un cinema stantio, lasciando allo spettatore lo spazio per affezionarsi ai personaggi del suo racconto e vivere insieme a loro le gioie, i dolori e le sfide quotidiane, senza mettere da parte l’umorismo, che dona al film un’atmosfera nostalgica del primo Woody Allen. Nonostante il titolo anglosassone, The Repairman è un film made in Italy, ma lontano dalla classica commedia nostrana. Più vicino ai modelli di cinema indipendente internazionale come Little Miss Sunshine, Goodbye Lenin! o About a Boy, il film di Paolo Mitton utilizza alcune raffinatezze tecniche che colpiscono in relazione con il basso budget a disposizione.
La forza del film è la sceneggiatura che non sorprende con battute indimenticabili, ma riesce a cullare la storia in una dimensione sospesa continuamente tra realtà e immaginazione. La visione romantica del mondo di Scanio è affascinante, diverte e incuriosisce allo stesso tempo, costruendo una narrazione lineare dal ritmo dinamico. Alla base del film anche un forte interesse ambientale, che affronta il tema della riparazione come riuso, facendo riferimento all’importanza del riciclare, della raccolta differenziata e di tutti quegli accorgimenti che potrebbero migliorare il nostro stile di vita e la condizione attuale del mondo. Scanio non vuole sostituire il mondo che sembra non averlo aspettato, ma preferisce sistemare quello che non va e renderlo nuovamente adatto ai suoi bisogni e desideri.
The Repairman è un piccolo grande film a suo modo visionario, che emoziona analizzando un personaggio stravagante e sincero, che sembra appartenere ad un altro mondo, dove il tempo non è tiranno ma è un compagno di viaggio che non lascia indietro chi è difettoso e diverso. Se pensate che il nuovo non sia necessariamente meglio del vecchio e che c’è sempre tempo per recuperare, potete visitare il simpatico sito www.vivalareparacion.it realizzato in occasione dell’uscita del film, con stimoli, tutorial e consigli sulla tematica della riparazione.
Il trailer di The Repairman