Una discarica abusiva ogni 5 chilometri, in media una ogni 350 abitanti, in un paese di appena settemila anime. “Non possiamo essere invasi dai rifiuti”, è l’allarme lanciato dagli attivisti del M5s di Tagliacozzo che ha presentato al sindaco di centrodestra Maurizio Di Marco Testa un elenco dettagliato di discariche abusive da bonificare. In una delle regioni più verdi d’Italia, in un territorio circondato da fiumi, in mezzo a boschi di faggio e castagno, situati a ridosso delle riserve naturali protette, si scopre l’abbandono selvaggio di rifiuti di ogni sorta. Materassi, elettrodomestici, rifiuti cimiteriali, buste di plastica, mobili di legno e acciaio. Ogni quattro chilometri quadrati c’è una mini discarica a cornice del paesaggio.
In sei delle venti discariche segnalate, alcune delle quali nate nel 2011, è stata rilevata la presenza di amianto; altre ostruiscono i corsi d’acqua inquinando in profondità, fino ad arrivare alle falde acquifere. Viene sversato un po’ di tutto e all’appello non mancano i materiali e gli inerti da cantiere. Oltre alla mappatura delle discariche illegali, gli attivisti del movimento di Beppe Grillo, allegano anche un piano anti discarica contro gli abbandoni illegali, con l’obiettivo di tenere sotto controllo le discariche segnalate e le potenziali nuove con particolare attenzione alle zone vicine ai fiumi.
Il documento che viene recapitato al sindaco e della sua giunta a fine ottobre, resta senza risposta per un mese fino a quando i consiglieri comunali Roberto Giovagnorio, del Pd, e Alfonso Gargano, membro di una lista civica di maggioranza, portano la questione sollevata dai cinque stelle in consiglio comunale con un’interrogazione scritta. E in quella sede il sindaco, spiegando l’onerosità dell’operazione di bonifica che sarebbe ricaduta sull’intera comunità di Tagliacozzo, propone una soluzione piuttosto singolare: smaltire i rifiuti delle discariche con la propria vettura, una “Ape car”.
“Metto a disposizione la mia Apetta per ripulire Tagliacozzo”, aveva detto. Una proposta che agli attivisti Massimiliano Orsini e Massimo De Maio, autori della segnalazione delle venti discariche, suona come una provocazione e pertanto considerata “irricevibile”, soprattutto laddove sono state scoperte lastre di eternit che “neanche la Segen, società pubblica che si occupa della raccolta dei rifiuti, è in condizione di prelevare”. E quella che inizialmente poteva essere una boutade s’è presto trasformata, secondo gli interroganti in una vera e propria omissione, poiché il sindaco, “oltre a non aver proceduto alla rimozione dei rifiuti, non ha avvisato neanche l’ufficio tecnico competente che, in una nota di due settimane fa, precisa di non aver mai ricevuto l’elenco delle venti discariche mappate dal “Meet up” locale e di esserne venuto a conoscenza attraverso il Segretario comunale che ha ricevuto il materiale dai consiglieri Gargano e Giovagnorio.
uesta, per i consiglieri e per i cinque stelle, è la prova che il sindaco ha volontariamente ignorato la segnalazione, esponendo così l’intera comunità a seri rischi per la salute. “Dov’è il primo cittadino che ha il dovere di proteggere la collettività? Chiediamo l’intervento del prefetto che prenda atto dell’incapacità amministrativa di questa giunta di fronte alla presenza di rifiuti tossici sparsi sul territorio”.
Da parte sua il sindaco ammette di non aver adempiuto ai diversi passaggi formali come, per esempio, non dare risposte a dei cittadini che segnalano una situazione di illegalità, oppure non informare l’ufficio tecnico: “Ho pensato erroneamente che, aver preso l’impegno in Assemblea, il più alto organo del consiglio, volesse significare aver detto tutto”. Eppure si difende: “Sulla questione delle mini discariche il focus è sempre alto e la situazione è stata ricondotta a condizioni accettabili, ma ovviamente, l’impresa di mantenere l’intero territorio comunale del tutto privo di abbandoni abusivi appare quanto meno improba, anche perché i punti di abbandono sono spesso impervi. Nei casi di presenza di materiali pericolosi (es. eternit), i tempi di bonifica si allungano per la necessità di far intervenire soggetti in possesso di qualificazioni ed attrezzature adeguati”.
Ma i due esponenti del consiglio comunale sono decisi ad andare avanti, considerando “gravi” i mancati adempimenti della giunta: è pronto un esposto che verrà presto recapitato alla procura di Avezzano che valuterà eventuali profili penali.