Tutti conoscono il culo atomico di Belen ma non tutti conoscono la mano atomica di Munzlinger.
Munzlinger è uno dei più grandi disegnatori viventi, ed è un pittore eccezionale. Mio fratello Roberto è specializzato nel recupero di artisti dimenticati dal mercato attuale, e Tony Munzlinger lo abbiamo scoperto assieme in un mercatino di Forte dei Marmi. Un suo disegno ci ha subito folgorati per il tratto libero e netto, e per l’ironia “quinesca” del soggetto (da Quino, il geniale fumettista argentino). Il disegno raffigurava l’incarnazione del prepotente, un uomo con gli occhiali, comodamente seduto su una poltrona con la suola di una scarpa gigantesca in primo piano, e sulla suola una macchia rossa di sangue e il volto stupefatto di un altro uomo schiacciato. Roberto si è messo sulle tracce di Munzlinger e lo ha scovato nel suo buen retiro dalle parti Borgotaro, siamo andati a trovarlo ed è nata istantaneamente una simpatia reciproca fatta di vino bianco, amore per il jazz e per l’arte.
“Feci i miei primi scarabocchi ancor prima di cominciare a parlare”, ci ha detto. “Alla retrospettiva di Bonn mi dissero di aggiungere uno 0 ai miei prezzi (che faccio sempre io) e io ho detto di no: una volta comunista, sempre comunista… ma mai membro di un partito”. “Non ho stima per l’umanità, come creazione. Siamo uno sbaglio dell’evoluzione. Ma ci rido su, sono fatalista e satirico”. “Noi siamo deboli, come fanno gli uomini a pretendere di avere potere? Un terremoto, un vulcano che esplode, lì vedi la forza”. “Ho insegnato all’accademia di Salisburgo (con molti altri pittori) in estate. Fondata da Kokoschka”. “Ho paura di conoscere troppo bene me stesso, perché in tal caso mi ritroverei handicappato. Voglio consentirmi di rimanere aperto a me stesso. Questa è la fortuna dei bambini”. “Tutto sparisce, anche il sole e la terra. È la pazzia del genere umano che vuole conservare tutto “. “I miei editori sono tutti falliti, i miei galleristi hanno tutti chiuso. Ora lavoro solo per me”. “Risposte ne trovi ma le domande non finiscono mai. La risposta finale è: “tutto inutile”. “Bestemmia come forma di respiro, ho imparato in Toscana”. “Le nazionalità non mi hanno mai interessato. Gli inni nazionali neanche. Come diceva Vittorio Grotti: cagate sulle bandiere”. “Se c’è il 7 davanti, è tutta una merda. Settanta anni, settantasette: spartiacque”. “La vita eterna? Sadismo puro”. “Tre infarti, ma se posso, una sigaretta la fumo”. “Io non dipingo seguendo un concetto fisso. Parto spontaneamente, o con un’idea, ma poi seguo la mano”. “Ho la testa piena di enigmi che devo risolvere qui nel mio cervello. La gente vuole andare in vacanza. Io cerco dentro il cervello. Perché andare alle Seychelles? Tutto è dietro l’angolo. Eh sì che un tempo ero un amante del mare. Ora non sopporto più neanche il mare. Troppa acqua. Tutta addosso a me”. “Bevo e quando posso fumo. Mi sto allenando a morire tutto d’un colpo”.
Questi sono frammenti di conversazione con Tony che mio fratello ha diligentemente trascritto. Forse scriverà un libro su Munzlinger. In attesa del libro vi propongo questo videoritratto. Quando falliscono gli editori, quando i galleristi chiudono, arrivano i fratelli Farina a rendere giustizia a questi artisti, a questi spiriti liberi, e tutti noi sappiamo che senza libertà c’è solo la tv e la morte.