Ieri ci hanno inseguito le notizie e i commenti sull’opas, cioè sull’offerta di Mediaset di comprare azioni di Rai Way, e cioè le torri che trasmettono la tv della Rai. Le azioni dovrebbero rivenderle a Mediaset, sia quelli che ne hanno già preso il 35% appena ceduto dalla Rai per dare a Renzi i famosi 150 milioni, sia la Rai stessa ingolosita dal fiume di denaro e purché previamente autorizzata dal Governo. Quanto è bastato per scatenare le più diverse interpretazioni:

Icastica, ma un po’ scontata quella di M5S: “ecco la tv del Nazareno” che vuol dire che se l’aspettavano, che finalmente è venuto fuori che nel defunto (?) patto c’era un codicillo riguardante gli affari del Famoso Pregiudicato.

All’opposto il Corriere della Sera che improvvisamente si accorge dell’assenza in Italia, unico fra i Paesi civili, del “Carrier Unico” delle frequenze, che non si impiccia di broadcasting e bada solo (a pagamento) a fare arrivare i programmi a destinazione. E così finalmente ci ricongiungeremmo all’Europa.

Ma c’è la non trascurabile questione, e qui Repubblica calca la mano, che il riunire le torri nazionali sarà anche cosa ragionevolissima e quanto mai europea, ma non se il tutto finisce proprio nelle mani di uno dei broadcaster, tanto più se si tratta di quello che più allunga le radici nel conflitto di interessi. Altrimenti te la saluto l’Europa.

E poi ci si è messo un amico più competente di noi (ci vuole poco) a dirci cose che non eravamo neanche in grado sospettare: “Ma dove lo vedono tutto questo valore nell’affare delle torri, che sono roba da vecchia tv, con la data di scadenza come il latte, perché il digitale terrestre – che dalle torri arriva – lo sta fatalmente rimpiazzando internet, che dalle torri non ci passa?. Tanto è vero che metà del valore di Rai Way deriva non tanto dal suo intrinseco valore, ma dall’oneroso contratto di affitto dei suoi servizi da parte della Rai. Così una stamberga può essere pagata al pari di un attico ai Parioli pur di incassare lo smisurato (?) affitto dal pollo che l’abita. E poi quelle torri in cima ai cocuzzoli non sono neanche utili per servire i telefoni. Ferraglia!”.

E infine si è aggiunto Oscar Giannino con un tweet che sintetizzato (si può anche coi tweet) diceva che è tutta una sceneggiata per fare cassa fregando i soldi agli ingenui che correranno a comprare sì le azioni di Rai Way ma anche quelle della compagnia con cui Berlusconi vorrebbe fonderla.

Ce lo avevano spiegato fin da piccoli che nel gioco della torre c’è sempre qualcuno che ci rimette. Ma qui, prima di scegliere chi buttare giù, sospettiamo che ci sia ancora molto da capire. E da fare attenzione, tanto per non sbagliare, a non correre appresso a uno spettacolare diversivo rispetto ai temi della riforma di sistema.

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