Il nostro Paese sta già partecipando a un intervento contro l'organizzazione degli estremisti islamici. E il decreto sul terrorismo e le missioni all'estero all'esame della Camera dispone un finanziamento di 132 milioni. Così vengono spesi i soldi
Non tutti lo sanno, ma l’Italia sta già partecipando a una missione militare contro l’Isis, l’organizzazione degli estremisti islamici che invoca l’istituzione di un Califfato nei territori occupati. Un comma del decreto legge che contiene misure urgenti per il contrasto del terrorismo anche internazionale e proroga le missioni militari all’estero, all’esame della Camera dei deputati, prevede uno stanziamento, da gennaio a settembre 2015, di 132.782.317 euro “per la partecipazione di personale militare alle attività della coalizione internazionale di contrasto alla minaccia terroristica dell’Islamic State in Iraq and the Levant“.
CELLULA TRICOLORE La relazione illustrativa allegata al decreto legge rileva che “in attuazione delle risoluzioni” delle commissioni Esteri e Difesa della Camera e in linea con le “comunicazioni del Governo sulle misure di contrasto” al terrorismo, il “dispositivo nazionale messo a disposizione della Coalizione prevede una componente aerea, con connessa cellula di supporto a terra, con compiti di ricognizione sul territorio iracheno, esclusa la partecipazione diretta ai combattimenti, nonché un contingente di personale per le attività di addestramento e di assistenza a favore delle forze locali nella regione del Kurdistan iracheno“.
TEATRO DI GUERRA Contro l’Isis “No boots on the ground“, dunque, ma tecnicamente sempre di missione militare si tratta. E, soprattutto, di una missione nuova, sottolineano i deputati di Sel (Sinistra ecologia libertà) che chiedono spiegazioni al governo. Anche perchè dalle tabelle allegate alle schede di lettura del decreto elaborate dal servizio Studi della Camera dei deputati si evince che il finanziamento della missione per il contrasto ad Isis si trova per la prima volta in questo decreto, diversamente da tutte le altre missioni all’estero che risultano sostanzialmente prorogate con un nuovo finanziamento. E per mettere ulteriormente le cose in chiaro, ancora più eloquente, nella stessa tabella, è il numero di “militari in teatro” impiegati in questa azione: 515 nei primi nove mesi del 2015, zero nel secondo semestre 2014.
VIVERI E STELLETTE Quanto all‘impiego delle risorse, interessante è anche la lettura dei dettagli della spesa mensile della missione. A parte il costo del trattamento di missioni del personale (3. 246 mila euro), la gran parte delle risorse se ne vanno in viveri (75 mila euro), supporto logistico (1 milione 500 mila) e “funzionamento comandi/reparti” (445 mila euro). Ancora: 80 mila euro risultano impiegati in “manovalanza, noleggio, interpreti”; 65 mila per la manutenzione delle infrastrutture; 425 mila per la manutenzione degli apparati di telecomunicazioni , ben 6 milioni 921 mila euro per il “funzionamento mezzi militari e materiali” e quasi 17 milioni di euro, oneri una tantum, per “l’approntamento in patria, addestramento preimpiego, trasporto con vettori militari, acquisto materiali, equipaggiamenti speciali, e flussi satellitari”.